Morirò da Re (Under 20 testo+ video)

Cosa c’entrano i Måneskin?!

Il significato di questa loro canzone è: “Se muoio accanto a te, morirò da re”, oppure: “Accanto a te io muoio da re”. È il culmine di una dichiarazione d’amore folle e grintosa allo stesso tempo.

La domenica di Cristo Re, con altre parole, celebra la stessa dichiarazione d’amore di Gesù ad ogni uomo e ad ogni donna: accanto a te, per amore, morirò da re, anche se vengo ucciso sulla croce come un criminale.

È singolare che un gruppo travolgente come i Måneskin esprima spontaneamente il senso di una cosa universale e verissima: morire per amore è un atto regale, che trasforma una croce in un trono.

È un amore che salva e che ci fa capire cosa significa essere salvati. È un’emozione che tutti e tutte riconosciamo immediatamente, come dice Rose nella battuta finale di Titanic.

La canzone dei Måneskin, ovviamente, la sapete a memoria meglio di me. La scena di Titanic, se non l’avete vista o non ve la ricordate, la trovate QUI.

Ah, quasi dimenticavo, qualcuno mi deve l’iscrizione al canale Instagram della Parrocchia… 😉




Poveri, Vangelo e Gandalf il Bianco (Under 20 testo+video)

Oggi, per la Chiesa, è la Giornata mondiale dei Poveri.

L’ha voluta papa Francesco, cinque anni fa, perché non ci dimenticassimo di quasi tre miliardi di persone che vivono al limite della dignità umana.

“Povertà” è una parola controversa.

Ci fa pensare a un bisogno di giustizia e al desiderio di un mondo migliore, ma qui nella nostra società, abbiamo sempre la tentazione di pensare che chi è povero abbia delle sue responsabilità.

San Francesco piace a tutti, ma nessuno sceglierebbe di essere povero come lui.

Si tende piuttosto ad ammirare i ricchi, e la parola sobrietà ci mette a disagio, ci inquieta.

Eppure, al fondo delle manifestazioni sul clima, che anche in questi giorni si sono svolte a Glasgow e a Roma, e che trovano grande consenso in tutto il mondo giovanile, c’è il tema della povertà. Saranno i più poveri a subire in proporzione gli effetti più disastrosi dei cambiamenti climatici, ma non solo loro!

Celebrare la Giornata mondiale dei Poveri, imparare essere vicini, amici e fratelli dei poveri, significa risvegliare la nostra coscienza, prendere parte ai cavalieri della luce, in una lotta per la giustizia che sembra impossibile vincere, ma non lo è.

Mi è venuta in mente una scena de Il Signore degli Anelli, quando i pochi sopravvissuti guidati da Aragorn e Re Theoden, decidono di uscire dall’assedio del Fosso di Helm, all’alba. È il gesto estremo di chi si oppone con tutte le sue forze al male, rappresentato dagli orchi. In quel momento disperato, Gandalf il Bianco emerge dal monte. Sembra solo, ma con lui c’è un esercito del bene: pieno di giovani e di coraggio.

Il resto ve lo lascio guardare: QUI

Anche perché sono le immagini che mi evocano meglio la descrizione che fa Gesù nel Vangelo di oggi: un intervento clamoroso di Dio con i suoi angeli per ristabilire il bene e la giustizia.

Immaginatevi la scena vista al cinema davanti a uno schermo più grande della nostra chiesa, con la musica a trascinarti dentro a quella cavalcata dove la Luce arriva ancora prima dei suoi testimoni. Ce n’è abbastanza per pensare e per divertirsi.

Don Davide




Un passo in più (Under 20)

Il gesto di quella povera vedova che getta nell’offerta per il Tempio due monetine di poco valore, ma viene elogiata da Gesù, ci piace tantissimo, perché lei è autentica, mentre tutti gli altri ricconi facevano i gradassi, ma la loro offerta non era per nulla sentita o sincera.

Tuttavia, quell’autenticità ci sembra difficile, perché è un gesto estremo, una roba alla San Francesco, per intenderci.

Sono convinto, però, che quello che elogia Gesù, sia prima di tutto un simbolo: è il simbolo di chi nella vita ci si mette senza risparmiarsi.

È il simbolo di chi fa un passo in più.

Quel passo in più ti fa sperimentare l’amore, ti fa toccare il cielo con un dito, ti fa andare sulla Luna.

È una cosa che possiamo fare anche noi e che vale per tutte le età, da bambini, da adolescenti e da adulti.

Vi propongo allora questo video, che ha molti significati, che si intitola: Un piccolo passo




Chi e come vogliamo amare?(Under 20)

Parlare della morte a voi, che siete giovani o addirittura giovanissimi, risulta quasi oltraggioso.
Eppure, anche se cerchiamo di rimuoverla in ogni modo, tutti in qualche circostanza ci abbiamo avuto a che fare.

A tutti è capitato di dover salutare qualcuno dei nonni, o un genitore morto prematuramente, o un amico molto giovane, o di stare vicino a una persona che ha vissuto questa sofferenza terribile.
In questi casi, ci si trova in una bruttissima situazione, divisi tra il desiderio di guardare avanti, di non soffrire a causa di quel ricordo, e la paura che il fatto di non pensarci per non stare male significhi dimenticarsi di quella persona che è morta, magari importantissima.

Sapendo questo e conoscendo quanto sia difficile, la Chiesa fa memoria in una giornata di tutte le persone defunte che ci sono care, così possiamo farlo insieme senza sentire ancora il dolore acuto, anzi rincuorandoci a vicenda. Questo giorno dell’anno è il 2 novembre.

Perciò, in questa settimana, ricordiamo tutti i vostri nonni, il papà o la mamma morti prematuramente, gli amici che ci hanno lasciato. Lo facciamo il giorno dopo della Festa di Tutti i Santi, perché sappiamo che insieme a loro sono vivi di una vita che non finisce.
Il fatto che da lì sono sempre vicini ci aiuta a scegliere come vogliamo vivere, chi e come vogliamo amare, come nella scena del film che vi lascio: Elogio funebre di Hazel Grace

Se non l’avete visto ve lo consiglio.

Se non avete letto il libro, vi consiglio anche quello.




Lo sguardo oltre l’orizzonte (per gli Under 20)

Oggi si celebra la Giornata Missionaria Mondiale.

Questa ricorrenza ci ricorda che, a dispetto delle apparenze e forse per voi in maniera incredibile, ci sono luoghi in cui la Chiesa è vivace, piena di giovani e molto all’avanguardia nei temi che vi sono più cari.

Proprio in questi giorni, ad esempio, in Brasile, la Chiesa è oggetto di pesantissime persecuzioni, perché ha preso apertamente posizione sia con i suoi vescovi che in tantissime comunità di base contro il Presidente Jair Bolsonaro, non per “ingerire” nella politica, ma per denunciare la peggiore gestione mondiale della pandemia, la distruzione sistematica e colpevole dell’Amazzonia e il genocidio dei popoli indigeni. Si tratta di responsabilità colpevoli del governo che ormai sono sotto gli occhi di tutti, con dati e prove evidenti, ma che vanno avanti con la connivenza e la corruzione delle istituzioni deputate a fare giustizia.

Il Vangelo di oggi ci parla di un cieco che chiede tenacemente a Gesù di riavere la vista.

Oggi, Gesù che ridà la vista ai ciechi è incarnato in quelle tante chiese fatte di giovani, che tengono gli occhi bene aperti sul mondo e cercano di guardare verso il futuro.

Vale per voi, un verso folgorante di Paul Celan:

“Nei fiumi a nord del futuro io getto la rete / che tu / esitante / aggravi con ombre scritte da pietre.”

Quell’io che getta le reti più in là del futuro potete essere voi, ragazzi e ragazze, mentre qualcuno vorrebbe appesantire questo lancio riempiendo le reti con pietre.

Ma voi impediteglielo.

Guardate alle giovani chiese del mondo e tenete lo sguardo oltre l’orizzonte!




Cara Suor Aurora…

…non so se scrivo a te per ringraziarti o per i ragazzi e le ragazze che, soprattutto quest’estate, hanno goduto della tua amicizia.

Anche se mi dispiace tanto, anche se non potremo più contare sulle tue preziose qualità e il tuo aiuto, nel tuo doverti trasferire repentinamente c’è qualcosa di profondamente bello, su cui vorrei concentrare la mia attenzione, senza badare al resto.

È la bellezza di essere liberi: da parte nostra, liberi come comunità di beneficiare della tua presenza che non era dovuta, che è arrivata gratuitamente ed è sempre stata custodita come un dono di cui non era bene “appropriarsi”; da parte tua, libera di servire là dove il Signore (che molto spesso si nasconde abilmente dietro le circostanze) ti manda, con il cuore leggero, lo sguardo riconoscente e il piede veloce.

Noi siamo grati e contenti di potere incoraggiarti e condividere tutto ciò che può essere per il tuo bene.

A te, e a tutti i ragazzi e le ragazze che hai “conquistato” voglio lasciare una perla di saggezza di Paolo Coelho, che vale sempre: valeva quando abbiamo salutato Chiara Limperio, quando abbiamo salutato Marco Ciabini e Giulia Casadei, e ora te… accompagnando tutti nel vostro cammino di vita.

“Quando arriva l’ordine di trasferimento, la guerriera guarda tutti gli amici che si è fatta durante il cammino. Ad alcuni ha insegnato a udire le campane di un tempio sommerso, ad altri ha raccontato storie intorno al fuoco.

Il suo cuore si rattrista, ma ella sa che la sua spada è sacra, e che deve obbedire agli ordini di Colui al quale ha offerto la sua lotta.

Allora la guerriera della luce ringrazia i compagni di viaggio, trae un profondo respiro e va avanti, portando con sé i ricordi di un viaggio indimenticabile.” (dal Manuale del Guerriero della Luce – Ed. Bompiani)

Don Davide




Che cos’è la felicità? (per gli Under 20)

Il giovane “se ne andò rattristato” dopo la proposta di Gesù.

Mi ha sempre affascinato questo enigma. Quel giovane uomo aveva cercato Gesù di sua spontanea volontà: se decide di andarsene e di non accettare l’invito di Gesù, perché allora è triste?
Perché non accoglie una cosa che lo avrebbe fatto felice?
E viceversa: perché fa una scelta che lo rende triste?

È un mistero a cui è complicato rispondere.
Provo a indagare quando sono felice o lo sono stato in passato.

Sono stato felice la prima volta che, da ragazzo, mi sono innamorato; e poi quando ho sentito una voce amorevole che mi sembrava più forte di tutte, quella di Gesù. Ricordo il luogo, i colori, il profumo e l’ora.
Sono felice quando percepisco lo scorrere della mia vita come importante nell’armonia complessiva del mondo: in una parola, quando quello che faccio ha un senso buono.
Sono felice quando voglio bene; ancora di più insieme a coloro a cui voglio bene.
Sono felice quando riesco a semplificare le cose, anche quelle che possiedo.
Sono felice sulle Dolomiti, molto meglio in compagnia degli amici.

Forse, abituandosi a frequentare la felicità come se fosse un’amica, impareremmo a distinguere i sentimenti che durano da quelli che svaniscono, le emozioni che ci rendono belli o belle da quelle che ci imbruttiscono, e a non lasciarci fregare quando i bivi sono difficili da scegliere.

Don Davide




“Running in the rain” (per gli Under 20)

Ovvero: credere nell’impossibile

Oggi Gesù ci parla di una di quelle cose che sembrano impossibili: l’amore autentico e fedele, l’amore eterno.

L’amore ci piace tanto, perché è l’emozione più forte che proviamo.

Lo sogniamo tutti e tutte, poi diventa difficile, la cultura circostante lo svilisce, il pensiero dominante ci convince che sia impraticabile e, alla fine, ci si persuade che sia un’utopia, che fosse un’illusione. Una cosa troppo grande e troppo bella per essere vera.

Come la scorsa domenica, vi propongo un video sportivo: https://youtu.be/ffggPf8Impk

Ambra Sabatini aveva 17 anni quando, a causa di un incidente di cui è stata solo vittima, nel giugno del 2019 le è stata amputata la gamba sinistra sopra il ginocchio. Due anni dopo esatti è in pista per la finale olimpica; la pioggia battente ci fa ricordare cosa abbia significato: quanto tempo ci voglia a riprendersi dall’amputazione di un arto, ad abituarsi all’uso delle protesi anche più semplici, figurarsi quelle da gara, e a imparare a correrci sopra come un leopardo.

Anche la corsa di Ambra sembrava impossibile. E invece eccola qui: sotto i nostri occhi e sotto la pioggia che la rende ancora più meravigliosa. Guardatela e credete all’amore fedele, rispettoso, pieno di dolcezza e che dura.

Guardatela e credete alle cose… possibili.

Guardatevela e riguardatevela: dura solo 14”11, il tempo di fare il record del mondo.




Come nelle favole (vere) (per gli Under 20)

È iniziata la scuola da un paio di settimane, e oggi vi parlo di impegno a superare gli ostacoli e di determinazione per raggiungere i propri obiettivi, come fanno i protagonisti delle favole.

Le favole ci piacciono perché ci fanno emozionare.

Nelle favole di un tempo, però, le protagoniste erano delle povere ragazze in attesa del riscatto portato dal principe azzurro. Con la sensibilità di oggi sull’uguaglianza di genere erano modelli “vomitevoli”. Poi sono venute Mulan, Merida (Rebel), Elsa (Frozen), Oana (Oceania) e Raya, figure tenaci e determinate in modi diversi ad essere artefici della loro libertà e del loro destino… Infine Emma.

Emma ha 18 anni. Essendo inglese, è stata invitata al torneo di Wimbledon dove ha giocato le prime 4 partite della sua carriera nel circuito “maggiore”. Dopo è tornata a casa e ha dato gli esami, perché doveva finire la scuola.

Poi è andata a giocare le qualificazioni per il torneo di New York, uno dei 4 più importanti del mondo. Era la sua quinta partita. Da lì ne ha vinte 10 di fila, ha sconfitto tutte le sue avversarie senza perdere un set, ha conquistato il trofeo, stabilendo tutti i record possibili in un solo torneo alla seconda partecipazione, la prima che si era dovuta “meritare”.

Il video che vi propongo si intitola: “La favola di New York”(link),  ma sarebbe più corretto chiamarlo: “La favola di Emma” perché questo è il punto: le cose non accadono da sole, siete voi i protagonisti e le protagoniste. Nel nostro modo di pensare e di parlare, per esempio, diciamo: “La prossima volta andrà meglio…”, ma è un’affermazione imprecisa, che non ci allena alla verità. Dovremmo dire: “La prossima volta tu potrai farlo andare meglio…”

Emma era una tennista esordiente, ma ha stabilito una progressione impressionante migliorando partita dopo partita, come se ogni match le fosse valso un anno di esperienza. Questo significa: imparare.

Il video dura 13’, ma non c’è bisogno di guardarlo tutto. Io vi consiglio di guardare i primi 2 minuti e dal 9 all’11, dove si vede che ha iniziato a giocare nei campi laterali, vuoti, e dopo si trova sul centrale, davanti a 10.000 tifosi.

E non perdetevi per nulla al mondo il rovescio al minuto 6’19” – 6’20”. Se si potesse materializzare la perfezione è in quel colpo. Quel timing, quella sfrontatezza buona, quella risolutezza, quel di più indescrivibile che rappresenta quel gesto, è quanto di meglio potrei augurarvi nella vita e che vi auspico di imparare.

Don Davide




Come in famiglia (per gli Under 20)

Mi sono ripromesso di scrivere ogni domenica poche righe per voi. So che dovrei usare Instagram, o addirittura Tik Tok, ma non voglio essere ridicolo, e questo dello scrivere è lo strumento che so usare meglio.

In questi giorni è morta una persona cara a me e a tutta la parrocchia. In questi ultimi anni abbiamo salutato molte persone deliziose che nel corso del tempo hanno letteralmente edificato la nostra parrocchia, la nostra chiesa e la nostra comunità.

Sono un po’ triste, anche se credo nella resurrezione. Lo sono tutte le volte che saluto qualcuno a cui ho voluto bene, o un mio parrocchiano o una mia parrocchiana. È un’emozione più forte di più di quando sento parlare di morti lontane, perché le relazioni contano.

Lo condivido con voi perché in una famiglia si fa così: ci si dicono le cose e poi sta ai grandi sostenere i pesi e ai più giovani, sapere che ci sono, ma anche portare quella spensieratezza e serenità che fa bene a tutti.

È ripresa la scuola e spero che sia stato un buon inizio per ciascuno e ciascuna di voi. La prossima settimana vorrei scrivervi una cosa in proposito. Un caro saluto.

Don Davide