Chi ama conosce Dio (1Gv 4,7)
Che l’amore è tutto / È tutto quello che sappiamo sull’amore.
Così recita uno dei versi più famosi di Emily Dickinson. Nella semplicità quasi ovvia di questa affermazione, la grande poetessa coglie l’essenza dell’amore: la sua forza totalizzante e le sue dimensioni misteriose; il fascino dell’esperienza amorosa che ci rapisce e la sua complessità; il duello di luci e ombre inspiegabili, che ci può procurare tantissima gioia tantissima sofferenza.
Andando dietro a questa intuizione, il nostro vescovo Matteo, tre anni fa, ha voluto che si celebrasse in occasione di S. Valentino e nella piccola chiesa a lui dedicata qui nella nostra parrocchia, la Festa degli Innamorati, per condividere la bellezza dell’amore e ricordarci che sta al centro anche della vita di fede: “Chi ama conosce Dio” (1Gv 4,7).
Amare è la strada per vivere.
Amare è la via per diventare santi.
In questa consapevolezza, siamo in compagnia con la grande tradizione della Chiesa. Tutti i più importanti documenti della Chiesa dal Concilio Vaticano II in poi (e anche prima!) lo affermano e lo ribadiscono: dalla Lumen Gentium alla Gaudete et Exultate di papa Francesco, passando per il magistero di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Quest’anno, però, abbiamo voluto ricordarci anche di tutte quelle situazioni di chiaroscuro, per stare vicini a chi vive o ha vissuto l’amore non solo in quel clima tutto zucchero e fiorellini a cui, magari, la festa laica di San Valentino vorrebbe farci pensare. Vorremmo farlo, però, in clima di comunione e di condivisione. Così, anche se abbiamo dedicato delle giornate con intenzione particolare, l’idea è che chi è sereno preghi per e sostenga chi non lo è; chi è affaticato, possa uscire da se stesso e rallegrarsi con chi invece, in questo momento è particolarmente felice.
Gli uni per gli altri, a sostenersi, camminando insieme e senza dimenticare nessuno: questa vorrebbe essere l’intenzione della festa e di questa intensa settimana che ci apprestiamo a celebrare.
Per arricchire la riflessione e il clima festoso, sarà presente nella chiesa grande (per ragioni di spazio) un’esposizione di quattro complessi di sculture che hanno come soggetto l’amore, grazie alla collaborazione dell’artista Giulietta Gheller, che – a partire dall’utilizzo di materiali naturali – ha riflettuto sul tema delle metamorfosi, ossia della trasformazione che l’amore è in grado di operare. La mostra si intitola Amar perdona, citando il celeberrimo verso di Dante, che evoca la forza invincibile dell’amore, ma che – nella sua ambivalente potenzialità di significato – richiama la capacità dell’amore di riconciliare, costruire vicinanza e comunione. Le sculture ci accolgono nella navata della chiesa, quasi per coinvolgerci nello sguardo di amore che si sviluppa tra loro e riempire lo spazio sacro di questo richiamo all’amore umano e divino allo stesso tempo.
La solennità di San Valentino, però, nella nostra parrocchia è anche e soprattutto caratterizzata da una preghiera speciale e per gli ammalati e dalla benedizione per la loro guarigione, legata al culto delle reliquie presenti in chiesa. Quest’anno, poi, anche la memoria di S. Bernadette e della Beata Vergine di Lourdes rientrano nell’ambito della festa, così che celebreremo lun. 11 la messa con il Sacramento dell’Unzione degli Infermi (in S. Maria, ore 16) e gio. 14 le messe di S. Valentino con la speciale benedizione per gli ammalati (in S. Valentino).
Un programma ricco e intenso per la nostra comunità, che spero veda una grande partecipazione, caratterizzata soprattutto da questa attenzione: di pregare gli uni per gli altri. Non solo, quindi, di vivere i momenti a noi dedicati o che sentiamo più consoni, in base alla situazione che stiamo vivendo, ma di condividere anche gli altri con la nostra partecipazione e, laddove non sia possibile essere sempre presenti, comunque con la nostra vicinanza, amicizia, stima e intercessione.
Don Davide