Tre ore di buio
Tre ore di buio su tutta la terra, nella parte più luminosa del giorno, subito dopo l’inizio della primavera, quando la luce, di solito, è più carica di promesse.
In queste tre ore di buio Gesù è esanime.
Le sue ultime forze si consumano dopo lo sforzo di ogni respiro. È una prova durissima, in cui il dolore lo spinge a sperimentare persino il dubbio dell’abbandono di Dio. Ma quel grido, Gesù lo sapeva bene, è anche un atto di affidamento: il salmo inizia con quelle parole e finisce con la fiducia nella vita donata da Dio.
In queste tre ore di buio c’è la nostra vita,
quando accogliamo Gesù con entusiasmo di fronte a illusioni di regale potere, e poi andiamo in stato confusionale quando prospetta l’amore nel tradimento, il perdono per la comunione, la pace nella violenza, la verità di fronte alla menzogna, il rifiuto dei troni per diventare il re dei consumati.
In queste tre ore di buio c’è anche la storia del mondo,
quando si perseguono consapevolmente pensieri e azioni malvagi, quando la religione si esprime con accusa e condanna, quando l’autorità diventa ipocrita, quando ci si scaglia contro i poveri e i sofferenti, quando i soldati abusano della forza, quando – infine – non si riesce nemmeno a vedere la sofferenza di un uomo, una persona.
In tenebre spaventose e sospette, si irradia invece un atto d’amore di consegna e di abbandono a Dio, talmente lucente da indurre la prima fede proprio in un soldato, uno lontano, uno di quelli che prima si erano divertiti a perseguitare Gesù, a giocare con le sue vesti e a schernirlo.
Non c’è oscurità, dunque, che possa opporsi a questa luce dimessa, silenziosa, gentile e vera,
che Gesù ha acceso nella parte più nascosta del buio, dove le tenebre di solito inghiottono il chiarore, invece questa volta vengono soffocate.
Entriamo nella Grande Settimana, la Settimana Santa, muovendo i passi dentro queste ombre, nostre e del mondo, per imparare da Gesù, che lava i piedi perché la comunità non sia distrutta dalla prova, e che si offre perché davanti alla croce lasciamo che il suo mistero inafferrabile tocchi qualcosa del nostro cuore, quello di cui abbiamo bisogno, quello che il Signore sa.
In questo percorso, non impaurito, ma fiducioso e sereno, una piccola luce ci guida:
la luce di una candelina con un paravento.
Ci spingeremo fino a metà della notte, per prenderla in mano e scoprire che tutto si riaccenderà.
È per me, insieme con quelli che considero nemici e lontani, per i miei fratelli e sorelle, per la mia comunità, la mia chiesa e il mio mondo, che Gesù ha posto una piccola luce nel buio.
La Luce della Vita sta per illuminare tutto.
Don Davide