Salire di livello (Under 20 testo+video)

Collego l’Ascensione di Gesù al tema vocazionale.

Non alla vocazione nel senso di diventare prete, religioso o religiosa, e neppure penso al sacramento del Matrimonio, ma alla vocazione che riguarda le decisioni nei passaggi importanti della vita dei giovani: tipo la scelta dell’università, o del lavoro, o dove andare a vivere e se sposarsi oppure no.

In questa settimana un’amica mi ha chiesto: “Don, ma come si fa ad essere felici? E come si fa a essere sicuri di fare la scelta giusta?”. Ecco, questo è precisamente il tema vocazionale.

Ascendere significa salire in virtù di una capacità o una forza che si possiede.

La questione è proprio salire di livello nella partita della vita.

È come un videogame: prima giocavi al livello 1, adesso devi sapere che, inevitabilmente, è più difficile, però è anche più bello, la sfida si fa più stimolante, puoi scoprire cose molto più interessanti.

Il problema è che nella vita non hai le vite infinite, o comunque possibilità illimitate di giocare ancora e questo può fare molta paura.

Anche ai discepoli è successo questo. Quando Gesù è asceso, sono anche loro saliti di livello. Cavoli, già si erano presi un bello spavento dopo la sua morte, poi erano stati consolati, ma adesso lui li aveva lasciati di nuovo soli… e, beh l’esperienza dello Spirito Santo che gli avrebbe dato la carica a Pentecoste non l’avevano ancora fatta e… insomma… non deve essere stato per niente facile neanche per loro.

Tra l’Ascensione e la Pentecoste ci sono dieci giorni. Ho molte domande: Cosa hanno fatto in quei dieci giorni? Come hanno vissuto?

Come hanno imparato ad essere felici e come hanno imparato qual era la scelta giusta da fare?

Cosa hanno provato e quali emozioni hanno vissuto?

E che cosa hanno capito dell’esistenza?

Il racconto degli Atti ci dice solo che sono stati insieme, hanno curato la dimensione interiore, e hanno guarito una ferita profonda del passato.

Questa potrebbe essere una risposta. Ma voglio dedicarvi invece una canzone: “Up&Up” dei Coldplay , in modo particolari i versi che dicono: “Sì voglio crescere, / sì voglio sentire, / sì voglio conoscere, / mostrami come guarire. […] Vedi la foresta in ogni seme, / angeli nel marmo in attesa di essere liberati. / Ho solo bisogno d’amore…”

Don Davide




Il Serale di “Amici” e Gesù (Under 20 testo+video)

L’articolo è un po’ lungo, se preferisci ascolta il podcast.

 

Sabato scorso ho visto il serale di Amici e sono rimasto colpito dalla sfida tra Albe e Luigi (LINK).

Mi ha impressionato, in negativo, l’atteggiamento degli adulti, che si sono presi la scena quando la scena non era loro: su 6’46” di video, 5’ sono la parte in cui gli insegnanti parlano parlano parlano, mentre 1’46” è il tempo della prova di Albe.

Mi ha fatto riflettere la consegna della canzone: “Io vagabondo” dei Nomadi, anno 1972. Ma davvero?! Da allora è cambiato tutto, persino il linguaggio. Penso all’insidia di una generazione che chiede a quella successiva di confrontarsi con i propri vecchi riferimenti, scaduti.

Per fortuna, almeno, è stato detto che Albe ha fatto una riscrittura magistrale.

L’ha interpretata come un giovane che prende parola, e che ha il coraggio di dare voce a una grande preoccupazione della sua generazione: “senza provare a volare, perché se cadi fa male, quindi vuoi stare al sicuro”.

C’è questa paura, spesso non detta e nascosta, di cadere, perché l’ombra di farsi male è grande e minacciosa.

Eppure, si può cadere imparando a proteggersi dagli urti e dal male.

Come i judoki o i karateki. Come una pallavolista quando fa la rullata, o il portiere in un tuffo spettacolare.

Diversamente dalle cadute fisiche, imparare a cadere, nella vita, significa in realtà imparare a rialzarsi.

Come si fa?

Sapendo che non sei da solo, ma fai parte di uno stormo, come canta Albe.

E ascoltando la parola di Gesù che in questa domenica ci dice:

“Io ti conosco e tu non temere.

Tutti possono avere paura di cadere, non c’è nessun male in questo.

Ma si può vivere senza essere bloccati dalla paura.

Anche se cadessi, ti potresti rialzare.

Io ti custodisco nella mia mano. Nessuno ti strapperà dalla mia mano.

Nessuno ti strapperà dalla mano del Padre mio.”

(cf. Gv 10,27-29).

Cosa fa una persona spirituale? Cade e si rialza