Benedire: tanto importante da volere farlo bene

Carissimi/e,

nonostante le “benedizioni” siano un rito ormai decennale e appartenente alla nostra tradizione, molti – in occasione della visita nelle case per la benedizione pasquale – tradiscono un certo imbarazzo, come se non sapessero bene come comportarsi; capita soprattutto ai giovani, magari meno abituati a vivere questo momento.

Nel tentativo di alleggerire questo incontro e di togliere questo imbarazzo, vorrei consegnare alcune indicazioni.

Primo. Le “benedizioni” sono soprattutto un incontro. Un incontro che avviene nelle vostre case, dove il prete o i ministri della parrocchia praticamente si “auto-invitano”. Una volta, nessuno si sognava di non accogliere il prete o un suo rappresentante, ma oggi non è più così. Noi perciò, prima di tutto vi siamo grati per l’attenzione che ci dedicate, per il fatto di aprire la porta, di parlarsi cortesemente. Non lo diamo per scontato e – laddove siamo accolti – entriamo umilmente e senza pretese. L’incontro non è formale, ma amichevole, come in famiglia. Ci salutiamo, scambiamo due parole e ci si aiuta a sentirsi a proprio agio. Perciò non vi preoccupate se la casa non è perfetta o se eravate impegnati in altre faccende! Prima di tutto vi ringraziamo per il tempo che dedicate all’incontro e per la disponibilità a pregare per voi e per la vostra casa.

Secondo. Il rapporto prete/ministri nei confronti della parrocchia è schiacciante: 4 a 6900. Nel caso non ci si conosca perfettamente, se ci aiutate a focalizzare chi siete, se avete vissuto qualcosa di particolare e se c’è qualche necessità, ci aiutate enormemente. Vi chiedo, soprattutto, di segnalarci se c’è stato qualche lutto in famiglia nell’ultimo anno, in modo da potere ricordare i defunti nella preghiera; oppure se c’è qualche malato, che abbia bisogno di una visita o dell’assistenza spirituale; infine, se c’è qualche situazione che vi sta a cuore, per cui la parrocchia potrebbe fare qualcosa.

Terzo. Il sogno di tutti noi preti e ministri incaricati sarebbe quello di potere dedicare più di qualche minuto a ciascuno. Purtroppo non è possibile, per il ritmo serrato che ci è imposto. Abbiamo piacere di fermarci per un breve dialogo amichevole, anche laddove non ci siano situazioni particolari, ma vi chiediamo in anticipo un po’ di comprensione se, ad un certo punto, non possiamo dilungarlo oltre, perché dobbiamo proseguire con le visite. Allo stesso modo, vi chiedo un po’ di pazienza… perché so bene che gli ultimi sono quelli che aspettano di più, ma ovviamente tra l’inizio e la fine può passare un lasso di tempo anche di qualche ora. Purtroppo nessuno di noi ha il dono dell’ubiquità! Per agevolarvi, per quanto possibile cercheremo di seguire l’ordine di progressione indicato sul calendario delle benedizioni.

Quarto. Dopo avere creato le condizioni perché si possa vivere come momento famigliare o amichevole, avviene quindi la preghiera con la benedizione. Diciamo insieme alcune preghiere della tradizione, quelle che sappiamo tutti, per intenderci. In alcuni casi si può leggere un breve passaggio del Vangelo e dire qualche intenzione di preghiera spontanea. Poi chiediamo la benedizione di Dio sulla vostra famiglia, prima di tutto, e sulla vostra casa. Se avete piacere che si benedica dappertutto, basta dirlo: lo facciamo volentieri. Altrimenti, in genere, ci si limita a benedire nel luogo dove siamo accolti, perché magari qualcuno può non avere piacere che si giri per casa! Accompagna questo momento, la consegna di un ricordo, che ha valore soprattutto perché unisce tutte le famiglie cristiane con lo stesso simbolo e perché vi porta il saluto del vescovo. Dopo di ché ci si saluta, così noi continuiamo il viaggio!

Spero che queste poche indicazioni, ci aiutino a vivere le “benedizioni” di quest’anno come un bel momento per tutti. Soprattutto, vi chiedo il massimo della collaborazione per non banalizzare questo momento; di comunicare magari a chi non viene in chiesa queste informazioni, di consegnare questo foglietto e di incoraggiare chi non ha piacere di ricevere la benedizione a dirlo semplicemente.

Il gesto di benedire è una delle cose più belle, più preziose e solenni che possiamo fare nei confronti delle altre persone, e noi vogliamo che sia così per tutte le famiglie e per ogni singolo che lo desiderino.

Vi saluto con amicizia e vi do l’appuntamento a presto,

Don Davide




Le “benedizioni” pasquali

Anche quest’anno, a partire da lunedì 15 gennaio, riprenderemo le tradizionali “benedizioni pasquali”. Questo appuntamento nacque fin dall’inizio come un gesto di vicinanza, come un rito liturgico da fare nelle case (e non nelle chiese), inteso come un segno per confermare la fede delle famiglie. Oggi molto più significativo se compreso come una visita alle famiglie per vivere un incontro, per rinforzare un’amicizia, per conoscersi meglio e per avvicinarsi alle situazioni di bisogno.

La visita alle famiglie, quindi, avviene così: ci si saluta amichevolmente; se non ci si conosce ci si presenta; se c’è qualche problema di cui la famiglia ha piacere di parlare si può dedicare un po’ di tempo all’ascolto; poi – se i padroni di casa hanno piacere – si dice una preghiera insieme e si invoca la protezione di Dio e le cose buone che si chiedono attraverso la benedizione.

Nella fede cristiana, i luoghi della nostra vita, come anche gli oggetti che  ci accompagnano quotidianamente, sono considerati come un bene per la persona, quindi si benedicono. Per questo si benedicono le case, o anche le cose più care.

La benedizione, dunque, è per le case, ma sempre e soprattutto per le persone che ci vivono, quelle a cui vogliamo bene, quelle che verranno ospitate nelle nostre case.

Per vivere bene questo momento, mi sento – con rispetto – di proporvi alcune piccole attenzioni:

  • Nelle case dove ci sono dei bimbi o dei ragazzi. Sarebbe bello che tutti partecipassero a questo momento di incontro: interrompere momentaneamente i giochi, il computer… addirittura lo studio e vivere insieme i pochi minuti della visita.
  • Nelle case degli studenti universitari. Abbiamo piacere di incontrarvi e di salutarvi, anche se abitate nella nostra parrocchia solo per il tempo degli studi. Siete una presenza preziosa! Vi chiedo inoltre di non avere paura a dirci con chiarezza se avete piacere di pregare insieme e di ricevere la benedizione, oppure no. Si evitano inutili imbarazzi e ci si può salutare cortesemente comunque, e farci gli auguri.
  • Negli uffici o nei negozi. Per rispetto e delicatezza veniamo solo se la visita è gradita e se non rechiamo disturbo. Se qualcuno ha piacere, basta che lo dica, facendolo presente in parrocchia o al ministro che passa nella zona. In quel caso, chiediamo di fermare le attività il tempo della preghiera e della benedizione.

La benedizione è totalmente gratuita. Lo è perché non è una “prestazione religiosa”, ma una visita, un incontro di amicizia, e come tale non si paga.

C’è la tradizione, in questa occasione, di lasciare un’offerta per le tantissime spese della parrocchia o per le attività destinate alla carità. Se avete piacere di lasciare un’offerta, vi chiedo preferibilmente di metterla in una busta e vi ringrazio di cuore anticipatamente. Se avete piacere che la vostra offerta venga destinata esclusivamente alla carità o a opere di beneficienza, basta segnalarlo chiaramente sulla busta, e non verrà usata per altri scopi che per gli aiuti forniti dalla Caritas parrocchiale alle persone.

Per ora vi faccio il più caro augurio di buona ripresa delle attività dopo le feste natalizie, in attesa di incontrarci personalmente.

Don Davide