Fuggi, fai silenzio e…sii felice

Tutta l’attenzione della settimana entrante è volta all’inizio della Quaresima, anche se – in realtà – c’è un’ultima piccola grande cosa che ci rallegra prima della preparazione alla Pasqua: si tratta del primo esperimento della danza liturgica. Alcune bimbe si sono preparate in questi mesi con Anna Maria, una brava maestra, per dare vivacità alla liturgia ed esprimere una partecipazione ancora più attiva. Alla messa delle 11, animando uno dei canti, porranno questo primo segno, a cui speriamo se ne aggiungano altri. Mi piacerebbe che in qualche occasione festosa, potessero essere accompagnati con il coinvolgimento di ragazzi e ragazze la processione introitale, il Gloria, la processione offertoriale e il Santo.

Tornando alla Quaresima, siamo invitati a iniziare questo tempo speciale prendendo parte alla Celebrazione delle Ceneri. Il Mercoledì delle Ceneri non è di precetto, ma proprio per questo dovrebbe manifestare il desiderio di un autentico cammino di vita cristiana e non dovrebbe mancare nessuno.

Piante australiane dopo gli incendi

Nella tragica circostanza dei recenti incendi in Australia, ho letto che ci sono alcune specie di piante, in quel paese, che si sono adattate a quest’eventualità e sono diventate capaci di rinascere anche in mezzo a una terra completamente bruciata. Esse sono fondamentali nell’ecosistema australiano e sono in grado di rinnovare la vegetazione devastata. Mi piace pensare che i cristiani siano come queste piante: capaci di riportare un verde brillante nel grigio delle ceneri e a partire da esse.

L’inizio della Quaresima, poi, è caratterizzato da giorni di preghiera raccolti davanti all’Eucaristia. Quelle che erano le tradizionali “Quarant’ore” adesso sono alcuni giorni di spiritualità vissuta comunitariamente, per accompagnarci l’un l’altro dentro a questo itinerario di purificazione di quaranta giorni, che ci permetterà di celebrare la Pasqua con gioia rinnovata.

Non si dovrebbe sottovalutare l’importanza di purificarci! Nel nostro mondo ci intossichiamo allegramente in molti modi… con una superficialità a volte raccapricciante. Siamo diventati più sensibili per le dimensioni fisiche e biologiche, ma siamo molto meno vigilanti contro l’intossicamento spirituale. Volgarità, violenza verbale e di ogni tipo, ingiustizia, mancanza di verità, superficialità… inquinano l’aria spirituale che respiriamo, le cose che vediamo e che udiamo. Sono tossine che entrano e ci condizionano senza che ce ne rendiamo conto. La Quaresima non è un pio esercizio cristiano: è una medicina spirituale molto seria, per reagire a questa epidemia che danneggia la nostra vita.

In quest’ottica, ci sono due appuntamenti preziosi, che ci aiutano a sentirci comunità in cammino e di cui siamo grati.

Il primo è la serata promossa da Alice, Laura e Suor Aurora neo-professa, giovedì 27-02, sul campo Caritas che hanno vissuto l’estate scorsa. Per l’importanza di questo racconto e di condividere coi giovani le loro esperienze migliori, penso che sia un’occasione da non perdere.

Il secondo è l’incontro con Vito Mancuso (sabato 29-02), teologo e scrittore, filosofo e saggista, uno degli autori più letti e seguiti in Italia. Abbiamo la fortuna di poterlo ospitare e ascoltare in parrocchia, anche per legami di amicizia, e a lui abbiamo affidato la riflessione cruciale di questo ingresso nella Quaresima, sul silenzio e il recupero della vita interiore. Anche in questo caso, per il tema e l’occasione più unica che rara, mi auguro che facciamo squadra e sentiamo la responsabilità di non perdere l’opportunità di fare il primo passo insieme, e in maniera così significativa, nel dono quaresimale.

Don Davide




Tempo di ricominciare

Ogni Quaresima ci rimettiamo al seguito del Signore Gesù. Ogni Quaresima ripartiamo, chiedendo la grazia di seguirlo nella faticosa salita della via crucis, fino al monte della sua croce. Ogni quaresima ripartiamo dal racconto della sua vita offerta, così come hanno fatto i discepoli quando hanno tramandato le prime memorie di Gesù, e rinnoviamo anche noi il desiderio di essere suoi amici.

Ricominciare, spesso, è un sogno. La vita non concede quasi mai di ricominciare, ossia di esaudire il desiderio di riprendere le cose che abbiamo fatto, e correggere gli errori e magari farle meglio. Possiamo andare avanti; ogni tanto abbiamo l’occasione di fare delle svolte, e di cominciare qualcosa di nuovo, ed è la cosa più simile alla possibilità di “ricominciare”.

La grazia di ricominciare ci è concessa solo dentro a quel mistero di salvezza, che è l’anno liturgico con i suoi ritmi, che occupa il tempo e lo ricrea, rinnovandolo. Non è che tornano indietro le lancette dell’orologio, o azzeriamo i calendari, o resettiamo le agende dei nostri telefonini. Ricominciare è una grazia spirituale: è l’irruzione dell’amore di Dio nella nostra vita, che – attraverso la forza creatrice del suo perdono – ci rifà nuovi.

Con il Mercoledì delle Ceneri, noi abbiamo il dono di ricominciare il nostro cammino dietro e accanto a Gesù, per l’ennesima volta nella nostra vita e senza che il Signore ce lo faccia pesare. Forse qualcuno aveva iniziato con grande spinta e si è un po’ stancato; forse qualcuno, dopo un periodo di grande fervore, è stato ferito da tante delusioni e avversità e ha perso la speranza; forse ci ritenevamo bravi, e ci siamo scoperti peccatori.

Coraggio!

È tempo di ricominciare!

Abbiamo la possibilità di rimetterci in cammino. Cosa c’è di più bello che riconoscere con umiltà che abbiamo sbagliato, che abbiamo bisogno di essere ricreati, ma che desideriamo vivere e incontrare il suo amore?

Le Ceneri sono il segno di questo ricominciamento, un segno di conversione, ma nell’amore e con gioia. Possiamo forse ricordare le ceneri della Fenice, che risorge dai propri resti. Ma vorrei dire ancora di più: le Ceneri, che usiamo per l’austero e sobrio rito all’inizio della Quaresima, sono quelle degli ulivi benedetti dell’anno precedenti: un simbolo di pace e di gioia, che preannuncia il mistero pasquale. È bello pensare che nella potenza del perdono di Dio, le ceneri che accettiamo sul capo siano un segno che deriva da un grandissimo gesto d’amore –  il Signore che guarda alla nostra miseria – e che preannunciano il nostro ricominciamento nella luce graziosa del mistero pasquale.

Don Davide