Cadere nell’amore

C’è una sapienza misteriosa e divina, che viene rivelata a coloro che amano Dio (cf. 1Cor 2).

Non dobbiamo pensare a qualcosa che sia in competizione con gli altri. Magari ci vengono in mente i nostri amici o addirittura le persone più care che non hanno fede o non credono in Dio; non vogliamo affermare che costoro manchino di saggezza o che la loro vita non sia buona o, peggio, non possa essere felice.

Quando l’apostolo Paolo enuncia questa sapienza ai greci ne parla per esperienza personale, è entrato in un rapporto d’amore che – come tale – è sempre singolare, unico e irripetibile.

Quando nel libro del Deuteronomio si ricorda che Dio ha mostrato al suo popolo la vita e la morte, perché lui possa scegliere e decidere liberamente per la vita, è perché tutta la tradizione di Israele si fonda sul fatto che il popolo ha toccato con mano la potenza creatrice e benevola della relazione originale con quel Dio.

È come la vita di una persona quando è realizzata, felice, con dei buoni amici, e a un certo punto si innamora. Quel rapporto, vissuto personalmente, dà un colore, una gioia frizzante e una chiarezza assolutamente imparagonabile a quella di prima.

In questo senso la Sapienza è divina, misteriosa e nascosta: perché la si scova solo, semplicemente, se ci si innamora di Dio.

Come ci si innamora di Dio?

È impossibile avere una ricetta valida per tutti, ma sicuramente ci sono due elementi: corteggiarlo e lasciarsi corteggiare. Nel tempo… questo può condurre a “cadere nell’amore”, come nella perfetta espressione inglese che dice: “He/She is fallen in love”.

Dai e dai, è caduto nell’amore: si è innamorato.

“Amor che a nullo amato amar perdona” ha scritto più aulicamente il Sommo Poeta.

Precisamente questa è la storia che celebriamo questa domenica nella nostra comunità.

Anzi, dovremmo dire “le storie” che celebriamo.

Innanzitutto una vocazione diaconale

che sgorga prima da una vocazione matrimoniale, poi da una vocazione al servizio nell’insieme. Dai e dai, Francesco Paolo e sua moglie Anna Maria ci sono caduti di nuovo: corteggiati da e corteggiando un Dio che ci sia fare, ancora una volta hanno sentito che questi molteplici rapporti, che si intrecciano e si bilanciano come vasi comunicanti, li hanno condotti a rispondere ancora a una chiamata specifica all’amore e al servizio. Abbiamo imparato, negli incontri di formazione, che questa cosa non si spiega in maniera solo oggettiva, ma dentro una relazione personalissima con il Signore, come quando una coppia preferisce fare lunghi viaggi all’estero, e un’altra va sempre nella stessa piccola baita di montagna.

E poi celebriamo tutte le storie legate a San Valentino.

Vicende di fede e di guarigione nel corpo e nell’anima, e racconti di amore ciascuno nella sua forma: chi celebra un cammino fatto insieme e qualche traguardo, chi lenisce un dolore e una delusione, chi chiede il dono di incontrare non l’anima gemella, ma – come dice la Genesi – una persona che gli/le corrisponda.

Oppure, semplicemente, chi vive una sua personalissima vocazione con Gesù, una storia d’amore che nessuno deve permettersi di giudicare e che lo/la conduce a forme di vita varie, originali, profetiche e di consacrazione al servizio e all’amore secondo la fantasia di Dio, spesso assai misteriose e nascoste – come la Sapienza divina – e altrettanto spesso piene di luce e di sapore – come ci ricordava il Vangelo di domenica scorsa.

Se c’è una cosa veramente “giusta” da fare (cf. Mt 5) è ricercare questo amore personale con Dio e rispettare quello dei nostri fratelli e sorelle nella fede.

“Se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.” (Sir 15,15).

Don Davide




Un tempo stra-ordinario

Con il battesimo di Gesù, riprende il Tempo Ordinario: incominciamo a seguire il Maestro come i suoi discepoli, dagli inizi della sua predicazione.

Tuttavia, per la nostra comunità, quest’anno, non c’è nulla di “ordinario” nei due mesi che precedono la Quaresima.

Ci prepariamo, infatti, all’ordinazione diaconale di uno dei ministri della nostra parrocchia: Francesco Paolo Monaco. Non siamo abituati alla presenza di un diacono permanente all’interno della comunità. C’era Luigi Morara nella Parrocchia di S. Valentino, ma dalla sua morte il 30 giugno 2010, le nostre due parrocchie unite non hanno più avuto un diacono.

Il diacono è un cristiano che ha risposto ha una vocazione specifica, ha fatto un cammino di formazione nella sua chiesa diocesana e riceve il Sacramento dell’Ordine nel suo primo grado, quello del Diaconato, appunto. Il secondo grado è quello del presbiterato. Il terzo è quello dell’Episcopato.

Diaconato “permanente” significa che il sacramento viene conferito a una persona sposata, e che quindi non è inteso come una tappa verso il presbiterato, ma si configura come un ministero specifico all’interno della comunità: in primo luogo, un ministero di comunione.

Il diacono, cioè, deve essere più di ogni altro tessitore di legami e mediatore di comunione e di armonia.

Per fare questo, il diacono usa soprattutto il servizio della predicazione (proclama il Vangelo nella messa e in qualche occasione può e deve fare anche l’omelia) e il servizio della carità, con uno sguardo sempre teso all’amore fraterno, all’incontro delle generazioni e ad avvicinare e accogliere chi è lontano o inesperto della vita della Chiesa.

È chiaro, quindi, che la presenza di un diacono è un grande dono per la parrocchia e per la diocesi, a cui i diaconi fanno sempre riferimento, essendo anch’essi, come i preti, al servizio diretto della Chiesa locale e del vescovo.

Perciò è opportuno che ci prepariamo bene e con partecipazione a questo momento.

Nella lettera del vescovo in cui è stato confermato il discernimento favorevole all’ordinazione, ci è stato chiesto esplicitamente di compiere un cammino di preparazione insieme, anche per accompagnare Francesco Paolo e la sua famiglia.

L’impegno pastorale di tutti, quindi, fino al 12 febbraio si concentra sugli appuntamenti che prevedono un incontro con don Angelo Baldassarri, Vicario Episcopale e responsabile della formazione dei diaconi, e un incontro in stile di testimonianza con un diacono permanente e la sua famiglia, per dialogare su come si configura la presenza di un diacono nella comunità.

Ci sarà poi un momento di preghiera, a ridosso dell’ordinazione, per invocare lo Spirito e affidare all’intercessione di Maria il ministero di Francesco Paolo.

Come detto, ci concentriamo su queste occasioni di formazione e di preghiera, senza aggiungere altre iniziative alle attività ordinarie.

Infine, siamo davvero tutti invitati all’Ordinazione Diaconale in Cattedrale, il 12 febbraio, alle ore 17.30, dando la precedenza, chi può, alla partecipazione a quella messa invece di quelle che si celebrano in parrocchia in quella domenica.

Don Davide