“Mi hai sedotto”

Avete presente quando due persone molto innamorate si scambiano un gesto di affetto, o quando uno non ha paura di dire all’altra (o viceversa) che è stato conquistato? Avete mai sentito due fidanzati che raccontano la loro storia e uno dei due dice: “E pensare che io all’inizio non ne volevo sapere! Mi ha dovuto conquistare!”.

Di questa esperienza parla il profeta Geremia: “mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre…”

Così è l’esperienza spirituale. Qualcuno sente il richiamo del divino e lo segue e non ha paura di riconoscere che è diventato così prezioso che non vorrebbe mai perderlo nella vita. Altri riscoprono come un tesoro preziosissimo qualcosa che non avevano mai considerato prima, o che addirittura rifiutavano.

Succede anche quando la vita di una persona cresce fino a rivelarne il senso pienamente, o una persona si appassiona a un lavoro che pensava di detestare, o quando un servizio che si assume si rivela una benedizione (come chi fa volontariato o accetta qualche incarico per gli altri).

Ma chi di noi può dire a Dio, o più personalmente a Gesù: “Mi hai sedotto, Signore, e mi sono lasciato sedurre?”.

Vorrei suggerire qualche piccolo esercizio spirituale.

Il primo. Per un momento, senza considerare le contrarietà o le fatiche, oppure pensando: “Proprio in mezzo a queste contrarietà e fatiche…” per quali motivi sento di potere benedire il Signore? Nonostante tutto, qual è un motivo di beatitudine, come un innamorato che stia in compagnia di una persona amata, in questo preciso momento della mia vita?

Il secondo. Quando mi ha sedotto Gesù? Quand’è stato il preciso momento, in cui Gesù mi ha coinvolto? Magari allora non me ne rendevo conto, ma ora lo riconosco con precisione.

A partire da questi piccoli esercizi di meditazione, sono sicuro che potremo anche noi riconoscere, come Geremia, che dentro di noi c’è un fuoco che non può essere sopito, che quella scintilla della fede non possiamo perderla e che abbiamo sperimentato l’amore di Gesù come qualcosa di imprescindibile.

Don Davide




Dietro al gusto c’è una storia

LA QUARESIMA

Al contrario di quello che si potrebbe pensare, la Quaresima è un itinerario “saporito”. Non un percorso in cui il digiuno e la penitenza ci farebbero perdere il gusto delle cose, ma l’occasione di riapprezzarne il vero sapore, diventando consapevoli che dietro ad ogni buon gusto c’è una storia.

Dietro alla vittoria di un atleta olimpico ci sono quattro anni di allenamenti intensi. Dietro al traguardo di una laurea ci sono tanti esami e tanto studio. Dietro al piatto più buono che abbiamo mai mangiato, c’è un’attenta selezione di sapori e una lunga preparazione.

Iniziamo il cammino spirituale della Quaresima con il desiderio di preparare il gusto della Pasqua e quindi anche di disporci ad assaporarlo. Per apprezzare i sapori, lo sappiamo, bisogna purificare quelli che potrebbero corromperli, lavare ciò che è venuto prima. Così è la Quaresima: non un tempo per intristirci con cose insipide e amare; ma un modo di rendere più sensibile il nostro appetito spirituale.

AL FIANCO DEL PERCORSO DEI BIMBI

Lo facciamo, innanzitutto, affiancandoci ai bimbi del catechismo, che scandiranno le cinque domeniche che precedono la Domenica delle Palme, con altrettante tappe che li aiuteranno (e ci aiuteranno) ad apprezzare il gusto del pane, ma soprattutto il suo significato, cioè il grande dono eucaristico di Gesù nel Giovedì Santo e nella Pasqua. Queste cinque tappe sono: 1) Seminato; 2) Maturato; 3) Raccolto; 4) Macinato; 5) Impastato.

Sembra un percorso per bambini, ma in realtà riprende esplicitamente la prima riflessione eucaristica della grande tradizione della Chiesa, in un testo datato I-II secolo d.C. dal titolo Didaché, dove l’autore riflette sulle analogie tra il processo del pane e l’itinerario spirituale dei credenti che celebrano l’eucaristia.

L’IMPEGNO DEGLI ADULTI

Oltre a questo, il percorso della Quaresima per la nostra comunità è ricco di momenti importantissimi. Mi permetto di suggerire, perciò, un atteggiamento di conversione anche per gli adulti per vivere proficuamente questo tempo speciale, senza dimenticare un impegno penitenziale concreto, ma privilegiando il cammino comunitario che lo sostiene e gli dà significato.

Domenica prossima vorrei proporvi una riflessione su quali caratteristiche debba avere il classico “fioretto” per essere significativo. Oggi, invece, voglio indicarvi le tre tappe da privilegiare per vivere la Quaresima come vero itinerario spirituale, di conversione ed ecclesiale.

  1. Gli Esercizi spirituali parrocchiali

Subito dopo il Mercoledì delle Ceneri, la parrocchia ha organizzato tre giorni di preghiera, di meditazione e di adorazione eucaristica, che si sovrappongono alle tradizionali “40ore” col desiderio di reinterpretare questo appuntamento. Suggerisco di individuare almeno un momento a cui partecipare, tra tutti quelli proposti. Sono gli “esercizi spirituali parrocchiali” e l’obiettivo è di accordarsi su una nota spirituale condivisa, all’inizio della Quaresima.

  1. La prima Assemblea di Zona pastorale

Domenica 17 marzo avremo la Prima assemblea plenaria della nostra Zona Pastorale San Felice. È il momento che segna l’inizio concreto della conversione pastorale che siamo chiamati a vivere e, sicuramente, partecipare vale più di tutti gli impegni di conversione che possiamo immaginare di prenderci. In questo caso faccio anche un auspicio: mi piacerebbe che ci fossimo tutti, nessuno escluso. Celebrazioni solenni a parte è l’appuntamento più importante dell’anno.

  1. La Festa dell’Incontro

Seguendo l’invito che papa Francesco ha rivolto alla chiesa universale, anche la nostra parrocchia vuole fare una festa per incontrare tutte le persone con cui abbiamo stretto legami di amicizia e di conoscenza nelle attività della Caritas, della San Vincenzo e del VAI, o anche semplicemente le persone che vengono a chiedere aiuto.

La festa sarà domenica 24 marzo, preceduta da un momento di preghiera guidato dai giovanissimi mercoledì 20 marzo.

Nelle prossime settimane illustreremo meglio il significato e le modalità della festa, ma intanto suggerisco di tenere bene a mente che essere sensibili a questo appuntamento, partecipando e condividendone l’intenzione, è un modo molto adatto e coerente di vivere la carità che la Quaresima prescrive.

Don Davide




Gli esercizi spirituali nella nostra parrocchia

Da venerdì prossimo la nostra comunità sarà impegnata negli esercizi spirituali parrocchiali. Ho voluto questa occasione per iniziare nel migliore dei modi il nuovo anno liturgico e il tempo di Avvento in preparazione al Natale, e ho chiesto all’Azione Cattolica parrocchiale di farsi carico dell’organizzazione a servizio di tutti.

Attraverso gli esercizi spirituali, vorrei che tutta la nostra comunità potesse riflettere sul tema del “Viaggio” – come già stanno facendo i vari gruppi parrocchiali – attraverso la scena del viaggio di Maria, che va a visitare la cugina Elisabetta dopo l’Annunciazione.

“Il Viaggio” è la chiave di lettura per entrare nella fecondità del Vangelo per l’oggi.

Che cosa significa per ciascuno di noi iniziare o ri-iniziare un itinerario spirituale? Quali sono le situazioni a cui dobbiamo fare fronte nella nostra vita personale, attraverso la disponibilità a metterci in cammino? Chi dobbiamo incontrare amorevolmente nella carità?

E ancora: come possiamo camminare insieme? Che cosa è necessario prendere come se fosse il bagaglio di un viaggio, nella pastorale della nostra comunità? E che cosa è necessario lasciare, perché comporta troppa zavorra?

Cosa significa come chiesa locale, incominciare un nuovo cammino con un nuovo vescovo?

E poi questo viaggio è sotto l’insegna della Misericordia, voluta da papa Francesco. Cosa significa, per ciascuno di noi, per le nostre relazioni, per il nostro amore e le nostre responsabilità, camminare sotto la benevola misericordia di Dio? Cosa comporta incontrare gli altri con misericordia, ed esercitarla il più possibile nella nostra vita?

Il tema del viaggio, infine, ci potrebbe spingere a considerare la sorte di tanti nostri fratelli e sorelle, che viaggiano attraverso deserti e mari, in mezzo a guerre e carestie… e trovano una sosta fuori dalla porta di casa nostra. Come ci interroga il viaggio di tanti uomini e donne?

Come vediamo, la chiave di lettura del viaggio è molto feconda per la nostra vita e le nostre riflessioni.

Venerdì sera vorremo farci aiutare a sostare proprio sul Vangelo, intercettando la forza di queste due donne meravigliose, Maria ed Elisabetta, e cercando di capire come il loro viaggio e il loro incontro coinvolga anche noi. Sabato sarà un giorno dedicato alla riflessione personale e domestica, magari insieme alla nostra famiglia. In questo giorno, i bimbi e le famiglie del catechismo, si inseriscono a loro modo negli esercizi spirituali parrocchiali, con un pomeriggio di festa e di preparazione del presepe parrocchiale. Concluderemo la giornata alle ore 18 con la preghiera dei vespri, per inaugurare il nuovo anno liturgico e iniziare insieme l’Avvento. Infine, domenica pomeriggio, padre Maurizio ci aiuterà a fare un viaggio e una ricognizione all’interno della nostra comunità, per cercare di capire come possiamo interpretare al meglio la nostra vita cristiana, in relazione alle sfide che ci attendono e al bene che dobbiamo costruire.

Vorremo poi concludere con un momento di festa, un aperitivo e un brindisi insieme.

Chi volesse proseguire questa esperienza e magari incontrare un luogo di scambio e di formazione, è invitato liberamente il sabato successivo, sabato 5 dicembre, alle ore 17.30, all’incontro organizzato dall’Azione Cattolica del nostro vicariato, proprio qui nella nostra parrocchia. Come dicevo, può essere un modo per continuare un po’ di percorso, e anche per condividere un maggiore coinvolgimento all’interno della vita parrocchiale.

 Don Davide