La Festa dell’Incontro e la Giornata del Creato

Ci sono due temi nella liturgia di oggi, che ci aiutano a vivere gli appuntamenti di questa domenica. 

Nel vangelo, Gesù ci mette in guardia dalle false sicurezze, chiamando in causa addirittura il Tempio: neppure dell’edificio più sacro, luogo fisico della presenza di Dio, rimarrà pietra su pietra. Gesù sembra dire che non dobbiamo confidare su niente di sottoposto alla consumazione del tempo.  

Tornano in mente le parole che lui stesso disse a proposito del buon uso delle ricchezze: fatevi depositi che non invecchiano e un tesoro nei cieli. Per Gesù, il modo di applicare questa strategia è non tenersi le ricchezze per se, ma condividerle, farsi vicino a chi ha bisogno, diventare amici, aiutare, sostenersi a vicenda. 

Questo è esattamente il senso della II Festa dell’Incontro che celebriamo nella nostra parrocchia, e che si celebra in tutta la diocesi e in tutto il mondo, su richiesta precisa di Papa Francesco.  

Oggi, si celebra anche la Giornata diocesana per la Custodia del Creato, dal tema: La nostra Amazzonia. Il grido dei poveri, il grido della Terra. 

Il giudizio contro i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia, nella prima lettura del profeta Malachia, viene rappresentato dall’immagine di un giorno rovente come un forno, che brucia la Terra e dall’annuncio di carestie, pestilenze e guerre tra i popoli, nel vangelo. 

È istruttivo che il giudizio sulla storia e il monito per la vita degli uomini vengano rappresentati da una catastrofe ambientale che genera conflitto. Nella tragedia che colpisce l’ambiente, chi è onesto con se stesso trova uno specchio di tutte le proprie responsabilità. 

La Parola di Dio, dunque,  ci educa e ci ammonisce. Ci educa all’amicizia e alla fraternità con chi è più bisognoso di noi; ci ammonisce, simultaneamente, ad ascoltare il grido della Terra e il grido dei poveri, affinché possiamo vedere sorgere il Signore, non come un sole rovente come un forno, ma con raggi benefici di giustizia e di pace. 

Don Davide 




L’amicizia che ci lega nel Vangelo

Abbiamo da poco celebrato la Solennità di tutti i Santi che ci ha aiutato a ricordare che i santi sono coloro che, con la loro vita, hanno voluto dissetare la sete di Dio.

Dio aveva sete di uomini e donne che, nei primi decenni dopo la resurrezione di Gesù, testimoniassero questo evento che ha cambiato la storia del mondo. Dio aveva sete di studiosi colti che traducessero nella grande cultura dei primi secoli il messaggio cristiano. Dio aveva sete di sognatori che immaginassero e mettessero in pratica la vita evangelica nella maniera più fedele possibile. Dio ha avuto sete di profeti che nei cambiamenti del mondo avessero lo zelo per continuare ad annunciare il nome di Cristo. Dio ha avuto sete di persone che si prendessero cura dei poveri, e ha suscitato i grandi santi della carità. Ancora oggi, e sempre, Dio ha sete di uomini e donne che portino la speranza nel mondo e siano un segno dell’Amore, che abbraccia tutti.

Con questa meravigliosa schiera di santi noi viviamo in amicizia. La solennità è un modo di ricordare la comunione che ci lega.

Ora, noi vogliamo che questa celebrazione ci aiuti a vivere ancora più intensamente i legami spirituali che legano noi, chiesa in cammino nel mondo, e tutti quelli che vorremmo vicini.

È per questo che ci prepariamo a vivere la II Festa dell’Incontro, domenica 17 novembre, un momento di fraternità insieme alle tante persone a cui come parrocchia siamo vicini per sostenerle e per vivere l’amicizia.

Ci prepareremo, prendendo spunto dalla memoria di uno dei grandi santi della carità: San Martino. Il giorno di San Martino, cioè l’11 novembre, durante la messa delle 19, al posto dell’omelia, commenteremo il messaggio del papa per la Festa dell’Incontro, il quale messaggio sarà distribuito a tutti, la domenica precedente.

Chiediamo la grazia di vivere la santità non soltanto come impegno morale, ma come esperienza piacevole di comunione, che ci avvicina gli uni gli altri e ci aiuta a camminare verso il vangelo.

Don Davide