Il profumo del pane

Il profumo del pane è profumo di vita: che siano vite vissute nella convivialità, o corpi bruciati dal sole e dalla sofferenza, o vite scavate e offerte, sempre il pane ci rimanda al significato di una vita che viene impastata, lievita e cresce, e – come insegnavano bene i nostri nonni, per i quali buttare il pane era un sacrilegio – non deve essere sprecata.

La mostra delle opere di Matteo Lucca, Daniela Novello ed Ettore Frani (che si apre oggi e della quale vi invito calorosamente all’inaugurazione) mentre ci fa sostare sulla bellezza e l’intensità delle loro creazioni, al contempo è come una solenne apertura alla vita pastorale della nostra comunità.

Vorrei, infatti, che chi visita la mostra si senta spinto a vivere la vita più intensamente sui temi che gli sono consoni: chi l’attenzione alle questioni dell’alimentazione e dei poveri, con l’anelito alla giustizia e alla perequazione delle risorse; la fraternità e l’amicizia; l’apertura ai misteri della fede.

La nostra parrocchia, con il mese di ottobre, riprende a pieno regime tutte le attività, a partire dal catechismo, i gruppi ACR, giovanissimi e giovani, fino a tutto l’articolato tessuto della vita della comunità.

Auspico che l’apertura della mostra sia come un simbolo dello stile che ci proponiamo di vivere: una partecipazione e collaborazione sempre più larga, l’entusiasmo nelle cose e lo stile della condivisione, la volontà di raggiungere tutti in una tensione missionaria che arricchisce anche i credenti e, infine, il desiderio di vivere le cose animati dalla bellezza e con una qualità alta nelle proposte che offriamo.

Don Davide




Corpus Domini. Pane e vino

La liturgia in cui tradizionalmente si celebra in modo particolare la grazia dell’Eucaristia, ricorda l’episodio di Melchisedek, che compare fugacemente nel racconto biblico, come simbolo di Cristo. La caratteristica di questa figura è che la sua offerta è semplice: pane e vino, come segni di ciò che è essenziale per vivere (pane) e per rendere gioiosa la vita (vino).

La solennità del Corpus Domini, che una volta esprimeva la fede della chiesa con una certa sfarzosità, oggi ci richiama piuttosto a questo essenziale-per-vivere. Di che cosa abbiamo bisogno realmente? Di nutrirci, perché il nostro organismo cresca; di curarci quando si ammala e di tenerlo un po’ allenato perché il corpo si irrobustisca. Poi abbiamo bisogno di amore, di sentirci protetti e di poter essere istruiti, per dare ricchezza anche al nostro animo. Infine abbiamo bisogno di sentirci utili, di sapere che la nostra vita ha un senso e che la nostra presenza è preziosa.

Lo stesso vale certamente anche per la vita dello Spirito in noi. Se non ci nutriamo degli insegnamenti di Gesù non possiamo crescere e affrontare con sapienza le responsabilità della vita. Se non ci curiamo con la misericordia, le malattie rischiano di infettare il nostro organismo. Se non ci alleniamo con la preghiera, il nostro spirito rimane flaccido, come un corpo senza muscoli. La comunità cristiana è il luogo dove concretamente sperimentiamo l’amore di Dio che ci protegge, e dove possiamo essere istruiti per conoscere meglio Gesù. Infine abbiamo il compito di capire qual è la nostra vocazione, quale sia il nostro compito nel mondo, perché non manchi alla costruzione del regno di Dio il nostro prezioso contributo.

Gesù invita i suoi discepoli, di fronte al bisogno di nutrimento delle folle, di essere loro stessi a provvedere da mangiare. Suona come un grande incoraggiamento, a ciascuno di noi, affinché celebrando la solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, noi possiamo essere richiamati a ciò che conta veramente, e allo stesso tempo fare di tutto perché a nessuno manchi ciò che è essenziale, non solo materialmente, ma anche spiritualmente.

Devo dire che in questo giorni ho visto questo impegno, sia in occasione dei sacramenti dei nostri ragazzi, sia in occasione dell’organizzazione della festa della parrocchia: ho visto tante persone, catechisti, ragazzi e volontari dare il proprio servizio e il proprio tempo, perché questo Corpo di Cristo che è la Chiesa possa essere un luogo pieno di vita per tutti, e noi dobbiamo esserne riconsocenti.

Don Davide