Vicino o pieno?

Lucia deve presentare Fabio ai genitori. Si sono conosciuti in vacanza con gli amici, d’estate. Lucia sembra serena, da allora, e la sua famiglia è aperta e gioviale, ma anche protettiva, non troppo incline alle smancerie.

La tavola è preparata, apparecchiata bene. C’è anche, pronta da stappare, una buona bottiglia di vino; in fondo Lucia ha 19 anni e il suo ragazzo 21. Il papà di Lucia pensa che sia giusto offrire un bel gesto di ospitalità.

Nell’attesa, Lucia è serena: ha aiutato i suoi genitori, si è truccata; conosce Fabio e si trova perfettamente a suo agio. Non pensa minimamente a cosa dovrà dire, a come dovrà comportarsi. Semplicemente, non vede l’ora che arrivi.

In cucina, invece, mentre armeggiano e si aiutano con le ultime cose, i suoi genitori bisbigliano. Sono curiosi di sapere qualcosa di questo ragazzo di cui non conoscono nulla: non sanno da dove sia saltato fuori, che gruppi frequenti, che tipo sia, perché fosse in quella vacanza con gli amici della figlia.

Quando squilla il campanello, l’atmosfera si ravviva e si scioglie. Fabio è vestito bene, ma sportivo. Non si è preoccupato di eccedere per fare bella figura. Si presenta ai genitori, offre una piantina alla mamma di Lucia e saluta la sua ragazza con un bacio disinvolto.

Durante la cena apprezza la cucina, gusta il vino e parla di tutto. Di quello che non sa, chiede, senza fingere. Lucia fa squadra con lui, alimenta il dialogo e rallegra la serata. I suoi genitori sono sorpresi e distesi e, decisamente, non sono abituati a vederla così aperta a chiacchierona anche con loro. Prima del dolce, Fabio fa una carezza a Lucia, e lei si appoggia lievemente alla sua mano. È stato un istante, ma sufficiente per essere notato.

In questa immagine possiamo cogliere la differenza tra quelli che dicono “il tempo è vicino” (Lc 21,8), da cui Gesù ci mette in guardia, e lo spirito autentico del Vangelo, che dice: “il tempo è pieno” (Mc 1,15) oppure “oggi!” (Lc 4,21).

È una differenza sottile, ma fondamentale.

Nella metafora, la differenza è fra la sicurezza di Lucia, che conosce il suo innamorato, e i genitori che ancora non l’hanno incontrato. Lucia non ha bisogno di preparare le cose da dire, perché è pronta a viverle. I genitori di Lucia sono in apprensione, ma la presenza si rivela una sorpresa rispetto alle aspettative.

Allo stesso modo, la presenza del Signore è piena di buona potenza per il tempo che viviamo adesso.

Certo, anche noi usiamo espressioni relative al Signore che “viene”, soprattutto in questa parte conclusiva dell’anno liturgico e in Avvento, ma è un’attesa conosciuta, che “non vede l’ora” come quella di Lucia, non minacciosa.

“Il tempo è vicino” invece, è il linguaggio di chi ama la minaccia e abdica alla speranza. Sono le parole di chi si spaccia per profeta e messia, come se solo lui o lei avessero capito le cose, che vedono nella guerra, nelle carestie e nelle pestilenze il segno della fine del mondo e si compiacciono di terrorizzare attraverso questo.

Ma questo non è cristiano. Scusate, c’è bisogno di elencare gli orrori del passato, per dire che anche allora sarebbero stati sufficienti per parlare della fine del mondo? Anche se pare che invitino a cambiare, Gesù dice: “Non andate dietro a loro!” (Lc 21,8). Perché, appunto, affermano che le cose sono vicine e spaventose, come quelli che si ritrovano a parlare del clima e dicono: “Se nei prossimi anni non faremo…” E oggi?!

Invece, la presenza di Gesù marca il tempo in maniera diversa.

Il tempo non è più vicino – anche vicinissimo – ma fra un po’… Il tempo – paradossalmente, rispetto alle tentazioni desolanti di ogni tempo – si è arricchito. È opportuno adesso. Abbiamo già tutte le risorse che ci servono: per fare la pace, per cessare le guerre, per dare da mangiare a tutti, per accogliere i forestieri.

Don Davide




Il Corpo del Signore

Il corpo sono io. Io non esisto senza il mio corpo.

Attraverso il corpo io esprimo la mia vicinanza alle persone che amo, il desiderio di stare loro accanto, magari per tutta la vita.

Così Gesù ci ha lasciato il suo corpo, per dirci: Voglio stare con te, sempre.

Come nel video che vi propongo (è stupendo, non perdetevelo per nulla al mondo!), questo corpo è testimonianza di un amore che vince il tempo che passa, che cambia il nostro sguardo e ci aiuta a scoprire che, allo sguardo dell’amante, il corpo dell’amato – l’amato stesso – è sempre splendido.

Il Corpo del Signore esiste per dire che ai suoi occhi tu rimani sempre splendido.




SS.ma Trinità

Così tante cose belle

da vivere,

così tante persone

da amare,

e così poco tempo

per farlo.

Tuttavia voglio vivere

accordato alla Tua provvida

Provvidenza,

come semicroma agganciata

al suo pentagramma.




Lungo un corso d’acqua (Under 20 testo+video)

È la festa di San Valentino, una bella festa per la nostra parrocchia e per tutti voi, che siete innamorati.

Oggi ci consegniamo un bel video, ispirato da un’immagine del profeta Geremia: “È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici” (Ger 17,8). Questi obsoleti personaggi che sono i profeti… hanno ancora qualcosa da dire sull’amore!

Che cosa c’entra il versetto col video?

Entrambi, insieme, ci insegnano alcune regole preziose dell’amore.

Non regole “da osservare”, ma tesori per vivere.

1)L’amore ha bisogno di sorgenti.

2)L’amore ha bisogno di radici, che permettano di attingere alle sorgenti. Il modo, i pezzi e i passaggi con cui voi costruite la vostra storia sono queste radici.

3)L’amore ha bisogno di tempo. Potrebbe accadere tutto subito, ma quando si dà tempo all’amore ci sono sorprese.

4)L’amore ha bisogno di molta comunicazione.

5)Comunicare è ben più che parlare.

6)Comunicare è condividere i sentimenti e le emozioni.

7)Amarsi è sempre comunicare e sentirsi vicini.




San Valentino e la pandemia

La ricorrenza di San Valentino segna un anniversario importante, per la nostra comunità. Un anno fa, subito dopo gli incontri festosi e le celebrazioni solenni, iniziavano a diffondersi le prime notizie sulla presenza del Coronavirus, che avrebbero portato il 23 febbraio alla decisione di chiudere le scuole, inizio ufficiale della pandemia in Italia.

Il doloroso anniversario di tutto il nostro paese risuona con echi specifici per noi: di fatto, la Festa di San Valentino dell’anno scorso è stata l’ultimo momento di grande partecipazione comunitaria – insieme all’Assemblea della Zona Pastorale del 23-02-2020 – con le chiese piene e gli incontri amichevoli fitti. Dopo, tutto è stato fatto a singhiozzo e con mille limitazioni.

In questo anniversario io voglio leggere un nitido segno di fiducia e desidero infondere in tutti un grande incoraggiamento.

A distanza di un anno, magari bassa sull’orizzonte, brilla la speranza.

Dobbiamo affrontare ancora tutto quello che manca e sostenerci vicendevolmente per costruire. Non è solo il tema di “non abbassare la guardia”, per me è molto di più: fare crescere la solidarietà e l’amicizia; guardare a quanto di buono possiamo e potremo fare insieme; continuare ad essere esemplari e ad aiutarci tutti, finché non racconteremo di questi anni nei libri di storia. Poi ci saranno altre difficoltà e cercheremo di essere pronti.

Mi sembra bello ascoltare proprio in questo giorno di San Valentino la liturgia domenicale, in cui si staglia la parola di Gesù: “Lo voglio, sii purificato!”. Nessun cedimento al fideismo o a un’interpretazione magica come se Gesù – improvvisamente – da domani facesse andare bene tutte le cose. Quello che ascoltiamo nella fede, invece, è la conferma che la volontà buona di Dio è che l’uomo viva in un modo sano; Gesù non dice: “Sii guarito”, ma: “Sii purificato”.

Guariti nel corpo, quindi, ma soprattutto sanati e purificati da tutte quelle cose che potrebbero avere fatto male all’anima, allo spirito e alle relazioni.

Gesù, con la sua parola ci fa questo regalo e lascia alla nostra fraternità e alla nostra capacità di comunione il compito di saperlo accogliere e farne tesoro.

Don Davide