Mag 05

Come i sentieri di montagna

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“Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per servire alle mense…” (At 6,2).

Non è che gli apostoli fossero restii al servizio, ovviamente, ma avevano riconosciuto con precisione la loro vocazione, soprattutto in un momento delicato e di possibile disorientamento della comunità. Quindi, decidono con coraggio e consapevolezza di custodire il dono che avevano ricevuto.

Era la loro “parte migliore”.

Quella che – secondo le parole del Maestro (guarda caso riportate proprio nell’opera di Luca, lo stesso autore degli Atti) – non poteva essere tolta (Lc 10,42).

Gli uomini che vengono scelti come diaconi, erano ben conosciuti dalla comunità, apprezzati per il loro servizio e la loro fede, autorevoli. Non erano certo lontani dalla Parola di Dio. Semplicemente, l’ascoltavano in quella forma particolare e la mettevano in pratica così.

In questo modo, il racconto degli Atti ci mostra l’apertura delle vie della santità.

Sono i tanti fiori belli che sbocciano dai semi del Battesimo, e abbelliscono il prato della Chiesa e del mondo.

La via è Gesù, ma ben lungi dall’essere univoca, è poliedrica: si concretizza nelle tante forme di seguire, imitare e ascoltare Gesù.

La meta è unica: il Padre e l’esperienza commovente del suo amore.

C’è chi ama leggere, studiare, meditare e pregare la Parola di Dio scritta; c’è chi questa Parola la legge nei poveri e la impara nei poveri; c’è chi adora fare l’adorazione e chi, dopo cinque minuti che è in ginocchio davanti al SS.mo comincia a pensare a quale sugo preparare per la cena, ma in compenso è un fenomeno all’oratorio. C’è chi organizzerebbe mille incontri di formazione in parrocchia, e chi ha la pazienza di ascoltare fino all’eroismo chi ha bisogno anche solo di parlare o di compagnia…

È come salire sulla vetta di una montagna, raggiunta da molti sentieri, magari anche una via di scalata.

Qualcuno preferirà fare il sentiero più diretto e ripido; un altro sceglierà il percorso più panoramico; un gruppo si fermerà alla malga a rifiatare, gli altri non vedranno l’ora di mangiarsi il panino in cima. Qualche intrepido preferirà fare la scalata, ma ad alcuni farebbe venire le vertigini, e quindi percorreranno il lento percorso a zig-zag che si configura negli ultimi tratti di salita.

La cosa stupenda è che, a pensarci bene, man mano che si raggiunge la cima, i percorsi sono più vicini e, a un certo punto, magari proprio sotto la croce di vetta, convergono.

Così è la vocazione cristiana.

È importante che sia un saggio equilibrio: che chi ama la Parola di Dio dedichi spazio alla carità, e che chi farebbe centomila partite a biliardino in oratorio vada a dire i vespri in chiesa con la comunità.

Ma sia benedetta la passione che ciascuno mette per vivere il proprio Battesimo e percorrere una vita santa. E sia benedetto il momento meraviglioso, in cui ci si siede insieme dove il mondo sembra finire e rimane solo il cielo sopra di noi a rifiatare, ristorarsi, ricordare il cammino fatto e raccontarlo a chi ne ha percorso uno diverso.

Don Davide

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