Tra tutte le attività proposte dalla parrocchia, la più attesa da ragazzi ed educatori è certamente il campo estivo: un’esperienza unica e irripetibile! È difficile sintetizzare le ragioni per partecipare a un campo, ma fondamentalmente ce ne sono almeno cinque.

1. Il divertimento è assicurato! Non c’è ragazzo che, una volta tornato, non inizi a fare il conto alla rovescia per quello successivo. Ogni giorno infatti al campo vengono proposti giochi e attività dinamiche (passeggiate, tornei, sport, gite), viene lasciato del tempo libero per fare ciò che più si desidera e si passano piacevolmente le ore dopo cena con la tradizionale ed immancabile “serata”. Stare insieme è bello, e quando a stare assieme sono una cinquantina di ragazzi della stessa età, è cinquanta volte più bello! Le risate non mancano mai: dalle sveglie “violente” e bizzarre ad opera degli educatori ai pasti consumati assieme, dagli scherzi al mettersi il pigiama per andare a letto (non certo a dormire!)… insomma al campo ogni gesto, anche il più banale come lavarsi i denti, assume un gusto bello e completamente nuovo.

2. Stare otto giorni lontani da casa potrebbe spaventare, soprattutto i genitori dei ragazzi più piccoli. Non temete! Saranno giorni importanti per i ragazzi, che diventeranno via via sempre più autonomi. Inizialmente possono esserci delle difficoltà: rifare il letto, tenere in ordine le proprie cose, prendersi cura del proprio corpo non sono cose scontate, ma al ritorno ciascun ragazzo sarà di sicuro più maturo e responsabile.

3. Noi educatori non sappiamo spiegarci il perché, ma quando si chiede ad un ragazzo: “Come è stato il campo?”, la risposta è sempre la stessa: “Bello, ci siamo divertiti!” Tuttavia al campo non mancano i momenti di preghiera e di riflessione: sono importantissimi la veglia e il ritiro, che spesso risultano essere un vero incontro con Gesù. Tutto ciò sembra non pesare minimamente ai ragazzi; anzi, la magia del campo sta anche in questo: i ragazzi riscoprono la bellezza della preghiera e dell’incontro con il Signore.

4. Il campo fa crescere i ragazzi non solo nella fede, ma anche umanamente: incontri e scontri sono all’ordine del giorno, questo suscita emozioni forti e spesso nuove, che i ragazzi, assieme agli educatori, imparano a riconoscere e gestire meglio. I ragazzi prendono consapevolezza dei propri pregi e difetti, limiti e fragilità. Al termine del campo nascono nuove amicizie, i gruppi parrocchiali ne escono più forti ed uniti e si respira nell’aria la consapevolezza di far parte di un’unica grande famiglia: la Chiesa.

5. Ogni campo è un’occasione unica anche per gli educatori: qui possiamo finalmente passare del tempo con i ragazzi, vivere con loro la quotidianità e imparare a conoscerli meglio. È il tempo che rende speciale una relazione, questo vale anche nel rapporto educatore-ragazzo. Fuori dalla routine della vita, fuori dal solito contesto parrocchiale, fuori da ogni tipo di momenti organizzati e programmati, quando si è in pigiama stravaccati sul letto, è in questo momento che i ragazzi si fidano e confidano e decidono di parlarci di loro, di ciò che sta veramente loro a cuore, dei dubbi, delle difficoltà e dei sogni.

Inoltre, ad ogni campo, insieme agli educatori sono presenti figure adulte: una famiglia “ponte”, che ha dimestichezza nell’affrontare la quotidianità dei ragazzi, offrendo un valido sostegno agli educatori; un sacerdote, sempre disponibile per i ragazzi non solo per le confessioni, ma anche per provare a rispondere alle grandi domande che tempestano la loro età.

Fidatevi, come diceva Gesù, che se ne intendeva, venite e vedrete (Gv. 1,39), sarà una esperienza indimenticabile!

Genitori, fidatevi anche voi! Date ai vostri figli la possibilità di divertirsi e crescere e date a noi educatori la possibilità di essere “educatori in pigiama”.

Non c’è bisogno di aggiungere altro, vi aspettiamo!

Per informazioni
Tel. 051 554256
Oppure scrivici, ti risponderemo nel più breve tempo possibile

Nome *

Oggetto

Indirizzo Email *

Messaggio*

[recaptcha]