Mag 18

Timore del Signore

Di

C’è un moto ellittico che si chiude con l’ultimo dei doni dello Spirito Santo, che ruotano attorno al Sole di Dio come i pianeti.

Il primo è la Sapienza, l’ultimo il Timore del Signore. Abbiamo ricordato all’inizio il principio cardine di tutta la meditazione biblica sapienziale: “Principio della sapienza è il timore del Signore” ed ecco che, una volta giunti alla fine di queste meditazioni, tutto riparte con nuovo slancio dal Timore del Signore, che genera la Sapienza e apre ancora lo spazio nella nostra vita per accogliere lo Spirito Santo, che vuole prendere sempre più dimora in noi.

In quanto dono dello Spirito Santo, il Timore del Signore non è una facoltà solamente umana, ma letteralmente un dono di Dio, una cosa che l’uomo non può darsi da solo e senza la quale non potrebbe mai vivere la stessa qualità dell’incontro con Dio.

Già solo parlare di “incontro con Dio” dovrebbe farci venire le vertigini. Nella Bibbia siamo frequentemente ammoniti sul mantenere consapevolmente la distanza qualitativa fra Dio e noi: chi vede o tocca Dio, muore, ci dice l’Antico Testamento. Chi potrebbe trattare con Dio, senza venire meno?

Al catechismo veniamo istruiti con attenzione sul fatto che il “timore” non è la paura di Dio, il che è giusto quando semplifichiamo le cose per i fanciulli. Ma in un certo senso, il Timor di Dio è proprio anche la paura di Dio, la consapevolezza che Dio è altro da noi, e terribile, e veramente onnipotente. O meglio,

il Timore di Dio è quel dono che ci fa tenere insieme la paura che dovremmo avere, e la meraviglia che effettivamente abbiamo,

nello scoprire l’indicibile condiscendenza di Dio con la quale lui si spoglia della divinità che potrebbe e dovrebbe consumarci e avvicina se stesso e noi.

Infatti Mosè e i profeti sono stati graziati dopo l’incontro con lui. I pastori e i Re Magi hanno contemplato Dio nelle spoglie di un infante piccolo e innocuo. Le donne lo hanno visto morire come noi. L’apostolo Giovanni scrive di avere visto, udito e toccato il Verbo della Vita.

Il Timore di Dio è una facoltà spirituale anti vertigine.

È quel dono speciale, che l’uomo da solo non potrebbe darsi, di tenere insieme la consapevolezza della grandezza di Dio e della piccolezza con cui si avvicina a noi, di concepire in uno sguardo la distanza e la vicinanza, la sua autorità di giudice e il suo amore di padre misericordioso, la durezza che lo legittimerebbe e la tenerezza con cui si legittima realmente.

Come lo stupore è considerato l’inizio della filosofia, così il Timore di Dio può essere considerato il principio della vita spirituale, quando noi attoniti e grati gli domandiamo: “Che cos’è l’uomo, perché te ne curi?!”.

Don Davide

image_pdfimage_print
, ,

Lascia un commento

Name *

Email *
Commenta *