Set 13

Pensieri per un anno pastorale

Di

«A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere?» (Gc 2,14).

La domanda a bruciapelo della Lettera di Giacomo pone il problema di uno stile del nostro essere cristiani. Non è più la questione che ha diviso la Chiesa ai tempi della Riforma Protestante, se ci si salvi per le opere o per la fede… ormai è chiaro che ci si salva per grazia, in ogni caso. La questione è molto più il problema della presenza cristiana nel mondo: parole e opere non possono essere disgiunte, la coerenza della nostra testimonianza è fondamentale perché il vangelo possa ancora brillare agli occhi di tanti uomini e donne che, semplicemente, aspettano un segno che li interpelli.

Abbiamo un esempio emblematico di questo nella celeberrima scena del Vangelo. Pietro confessa con le parole la sua fede, ma poi con il suo modo di fare nega di fatto il punto più autentico della vita di Gesù: la sua morte e resurrezione.

Gesù lo rimprovera senza mezzi termini.

Anche noi spesso siamo come Pietro: professiamo la nostra fede a parole e nelle celebrazioni, ma poi nella vita di tutti i giorni il nostro stile non è coerente con il Vangelo. Soprattutto il nostro rapporto con i momenti di sofferenza, spesso, non tiene in nessuna considerazione la luce che viene dalla Croce di Gesù. Non è facile per nessuno, certo. Ma forse ci viene incontro proprio Gesù stesso, quando – dopo avere chiamato Pietro: “Satana” – gli dice di “tornare dietro di lui”, cioè di tornare nella posizione della sequela.

Ecco, noi riscontriamo tanti limiti nel nostro stile di vita cristiana, tante incoerenze, ma non dobbiamo preoccuparci: possiamo sempre ritornare nella posizione della sequela, con semplicità e direi anche un po’ di leggerezza, sapendo che sarà proprio questo “andare dietro a Gesù” che ci farà assumere il suo stile.

Mi auguro che in questo anno pastorale noi possiamo tenere come preziosissimi questi consigli. Che pian piano, cercando di tenere a mente le motivazioni evangeliche delle nostre scelte e delle nostre azioni, la fede che come comunità cristiana professiamo corrisponda sempre di più anche al nostro modo di essere autentici testimoni di Gesù soprattutto di fronte alle grandi sfide che si pongono alla coscienza cristiana: la questione dei migranti, l’ecologia, la giustizia sociale, la solidarietà, l’educazione delle nuove generazioni.

Don Davide

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