Gen 13

Riscoprire il nostro Battesimo, per generare la Chiesa

Di

Battesimo

In questo anno il vescovo ci ha affidato l’immagine della Pentecoste, come guida del cammino pastorale della diocesi, per richiamarci all’effusione dello Spirito Santo che genera la Chiesa.

Tale effusione si realizza per la Chiesa nel giorno di Pentecoste e, in modo particolare, ogni volta che si raduna per celebrare l’Eucaristia. Per ogni credente, invece, si realizza nel modo più alto possibile nel Battesimo.

Il battesimo (con la “b” minuscola) di Gesù al Giordano richiama il Battesimo sacramento (con la “B” maiuscola) proprio per questa discesa dello Spirito Santo: lo Spirito discende su Gesù in forma di colomba, come discende e impregna ciascuno di noi nel sacro rito dell’immersione nell’acqua battesimale.

Non c’è modo più adatto, per entrare in sintonia con l’invito del vescovo, che riscoprire, in questo giorno il nostro personale Battesimo: il giorno in cui il grembo della Chiesa ci ha generato alla Vita nuova e in cui lo Spirito Santo ha incominciato ad animare la nostra esistenza cristiana.

Ma cosa significa riscoprire il nostro Battesimo?

Quando avevo quindici anni, nel 1993, il Cardinale Biffi indisse il “Biennio della fede” in cui l’obiettivo era la riscoperta del nostro Battesimo, per poter considerare la nostra fede cristiana una cosa preziosa, un dono.

Per due anni sentivo parlare in tutte le salse – quando andavo in parrocchia, ai gruppi e ai ritiri – del bisogno di riscoprire il proprio Battesimo.

Ero positivamente disposto, e volevo riscoprire il mio Battesimo, ma non sapevo davvero che cosa significasse, o come si facesse.

Poi il “Biennio della fede” passò, come tutte le cose ecclesiali e io non pensai più all’urgenza di riscoprire il mio Battesimo. C’erano altre ansie nella mia vita… (Ancora oggi, il ricordo di questa esperienza mi fa pensare a quanto effetto abbiano alcuni nostri slogan ecclesiali… ma questa è un’altra storia…).

Fatto sta, che quando entrai in seminario e iniziai il corso di ecclesiologia (una “parolaccia” che vuol dire: teologia della chiesa) un professore illuminato che adesso è il vescovo di Modena cominciò a insegnarci che il Battesimo è il sacramento della nostra dignità, che un battezzato ha la stessa dignità del vescovo e del papa, e che riscoprire il proprio Battesimo significava sapere che io sono protagonista della vita della Chiesa e che non ho bisogno dell’autorizzazione o del mandato di nessuno per darmi da fare, per costruire la Chiesa, per essere annunciatore del Vangelo e testimone del Risorto.

Insomma, in pochi mesi diventai consapevole che la fede era una cosa di cui essere orgoglioso, e che era messa nelle mie mani – o meglio, nel mio cuore – perché io fossi protagonista della Chiesa che volevo generare.

Erano passati cinque anni da quando avevo sentito parlare dell’importanza di riscoprire il nostro Battesimo. “Ecco, cosa significava! – pensai – Potevano dirmelo prima!”.

Don Davide

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