Gen 07

Le “benedizioni” pasquali

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Anche quest’anno, a partire da lunedì 15 gennaio, riprenderemo le tradizionali “benedizioni pasquali”. Questo appuntamento nacque fin dall’inizio come un gesto di vicinanza, come un rito liturgico da fare nelle case (e non nelle chiese), inteso come un segno per confermare la fede delle famiglie. Oggi molto più significativo se compreso come una visita alle famiglie per vivere un incontro, per rinforzare un’amicizia, per conoscersi meglio e per avvicinarsi alle situazioni di bisogno.

La visita alle famiglie, quindi, avviene così: ci si saluta amichevolmente; se non ci si conosce ci si presenta; se c’è qualche problema di cui la famiglia ha piacere di parlare si può dedicare un po’ di tempo all’ascolto; poi – se i padroni di casa hanno piacere – si dice una preghiera insieme e si invoca la protezione di Dio e le cose buone che si chiedono attraverso la benedizione.

Nella fede cristiana, i luoghi della nostra vita, come anche gli oggetti che  ci accompagnano quotidianamente, sono considerati come un bene per la persona, quindi si benedicono. Per questo si benedicono le case, o anche le cose più care.

La benedizione, dunque, è per le case, ma sempre e soprattutto per le persone che ci vivono, quelle a cui vogliamo bene, quelle che verranno ospitate nelle nostre case.

Per vivere bene questo momento, mi sento – con rispetto – di proporvi alcune piccole attenzioni:

  • Nelle case dove ci sono dei bimbi o dei ragazzi. Sarebbe bello che tutti partecipassero a questo momento di incontro: interrompere momentaneamente i giochi, il computer… addirittura lo studio e vivere insieme i pochi minuti della visita.
  • Nelle case degli studenti universitari. Abbiamo piacere di incontrarvi e di salutarvi, anche se abitate nella nostra parrocchia solo per il tempo degli studi. Siete una presenza preziosa! Vi chiedo inoltre di non avere paura a dirci con chiarezza se avete piacere di pregare insieme e di ricevere la benedizione, oppure no. Si evitano inutili imbarazzi e ci si può salutare cortesemente comunque, e farci gli auguri.
  • Negli uffici o nei negozi. Per rispetto e delicatezza veniamo solo se la visita è gradita e se non rechiamo disturbo. Se qualcuno ha piacere, basta che lo dica, facendolo presente in parrocchia o al ministro che passa nella zona. In quel caso, chiediamo di fermare le attività il tempo della preghiera e della benedizione.

La benedizione è totalmente gratuita. Lo è perché non è una “prestazione religiosa”, ma una visita, un incontro di amicizia, e come tale non si paga.

C’è la tradizione, in questa occasione, di lasciare un’offerta per le tantissime spese della parrocchia o per le attività destinate alla carità. Se avete piacere di lasciare un’offerta, vi chiedo preferibilmente di metterla in una busta e vi ringrazio di cuore anticipatamente. Se avete piacere che la vostra offerta venga destinata esclusivamente alla carità o a opere di beneficienza, basta segnalarlo chiaramente sulla busta, e non verrà usata per altri scopi che per gli aiuti forniti dalla Caritas parrocchiale alle persone.

Per ora vi faccio il più caro augurio di buona ripresa delle attività dopo le feste natalizie, in attesa di incontrarci personalmente.

Don Davide

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