Set 16

Chi vuole seguirmi…

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Carissimi amici e amiche,

molti di voi hanno già ripreso a pieno regime il ritmo del lavoro, ma l’inizio della scuola scandisce un vero e proprio ricominciamento, così come la tradizionale Tre Giorni del Clero bolognese stabilisce ufficialmente l’avvio di un nuovo anno pastorale.

Tutto ricomincia: le famiglie sono alleggerite nel vedere tornare a scuola i figli, allo stesso tempo riprende la frenesia degli sport e delle altre incombenze. La città si riempie, diventa impossibile trovare parcheggio, ci si dà appuntamento nei tradizionali luoghi di ritrovo, sapendo che non mancherà (quasi) nessuno; che sia lo stadio o la messa domenicale o il proprio locale preferito, si sa di avere di nuovo dei luoghi di “comunità”.

C’è qualcosa di rassicurante e bello nel riprendere i ritmi conosciuti e la scansione degli impegni e dei propri riti. Allo stesso tempo c’è anche un’inquietudine di fondo, per quell’ombra che si alza nel nostro spirito al ricordo dei momenti frenetici, delle fatiche e delle angustie provocate dalla vita quotidiana.

Guardiamo al tempo che ci sta davanti con i migliori propositi, ma anche con trepidazione.

In questa domenica, la liturgia ci offre un prezioso consiglio nell’invitarci ad aprire l’orecchio senza opporre resistenza e a stare dietro a Gesù, a metterci nella posizione della sequela con il desiderio di sentirci rassicurati dalla sua guida.

Abbiamo questa grande opportunità che nessuno ci può togliere: invece di lasciarci angustiare o intimorire, cogliamo l’occasione per discernere ciò che Gesù ci vuole comunicare in ogni circostanza. Lui ci vuole bene, vuole farci sentire custoditi e vuole che la nostra vita sia positiva e piena di senso. Proviamo a credere che in quello che ci capita c’è comunque Gesù che ci sta davanti e ci rassicura dicendo: “Anche se il sentiero è difficile, segui i miei passi e andrà tutto bene!” come farebbe un’abile guida alpina su un sentiero di alta montagna.

Agli studenti vorrei dire: il mondo del futuro si prepara a sfide che non possiamo neanche immaginare. Gli scenari mutano e si trasforma il modo della nostra conoscenza. Cambieranno le competenze richieste per abitare la complessità del mondo. In questo piccolo cosmo, sarà necessario essere lucidi e non perdere la tenerezza. Perciò, cari studenti, vi invito a cogliere il tempo della scuola come un tesoro per voi: pensate soprattutto a quello che potete imparare! Nulla è superfluo, arricchite il vostro tesoro interiore, imparate le associazioni e le connessioni, apprendete alla perfezione la parola scritta e orale, testimoniate la correttezza e il rispetto tra voi e coi professori. Gli uomini e le donne che guideranno il mondo con più giustizia e più compassione di quanta ce ne sia al presente, siete già voi oggi.

Alla nostra comunità parrocchiale dico che ci attendono molti grandi cambiamenti. Dovremo aprire il cuore all’amicizia e alla comunione tra le parrocchie. Dovremo avere stima di chi porta avanti un lavoro comune e incoraggiarlo, anche con il nostro appoggio. Dovremo liberarci dalle abitudini pastorali, dalle comodità, dai sentieri già conosciuti, e tracciarne di nuovi obbedendo alla parola di Gesù che ci dice: “Stai dietro a me”.

È molto consolante potere essere certi che sia il Signore a fare strada. A noi aprire l’orecchio, ascoltare e seguirlo.

Don Davide

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