Ospite la speranza
“Anche voi venite edificati come pietre vive, per un edificio spirituale” (1Pt 2,5)
Oggi voglio scrivervi una lettera pastorale, un messaggio personale, cioè, in cui espongo quali sono i riferimenti per il cammino di questo anno. Siccome prevedo di essere preso in giro da chi dirà che “studio da vescovo”, allora dichiaro che questa, in realtà, è una cosa più umile, è una “letterina”: una letterina pastorale, ecco.
Sapete che da più di un anno la nostra chiesa di S. Maria della Carità è in restauro. Era partito come una ristrutturazione esclusivamente strutturale dei danni causati dal terremoto del 2012, ma in corso d’opera ci si è resi conto che non poteva essere così, quindi si è trasformato in un intervento molto importante, non totale, ma quasi.
Sento, perciò, che questo processo non può rimanere una cosa limitata all’intervento dei tecnici, dell’impresa, del parroco, della segreteria e di chi ci aiuta per la gestione concreta.
Sono convinto che il restauro della chiesa, e la sua restituzione alla parrocchia, al quartiere e alla città deve essere un’impresa di tutta la comunità,
un traguardo verso cui ci sentiamo partecipi senza nessuna esclusione.
Voglio dare a questo anno pastorale il tema di “Essere casa”,
perché tutti dobbiamo sentirci partecipi di questa casa, come dice la citazione che ho messo all’inizio, infatti, ognuno di noi è una pietra viva, che viene costruita per un edificio spirituale.
All’edificio di mattoni, deve corrispondere la ri-costruzione del nostro edificio spirituale,
anch’esso in restauro dopo gli anni del Covid, dopo altri due anni in cui non abbiamo avuto gli spazi della chiesa principale, per ritornare a essere una comunità ospitale per tutti.
La speranza deve essere ospitata in questa casa o, meglio, deve essere ospitata, ma anche padrona di casa, perché il prossimo anno siamo invitati, attraverso il Giubileo, a essere “Pellegrini di speranza”. Il pellegrinaggio è un cammino pieno di fede che ha una meta, e questa meta, per noi, è proprio la bellezza di poter tornare a celebrare nella nostra chiesa principale come una comunità ricostituita.
Il nostro Vescovo, infine, ci invita a concentrare l’impegno pastorale sulla formazione alla vita e alla fede degli adulti e credo che il nostro modo di concretizzare questo mandato sia proprio quello di essere pietre vive.
Dobbiamo aiutarci ad esserlo e sentirne la responsabilità: pietre vive e partecipi, pietre che hanno un cuore di carne e non un cuore di pietra.
E tu che pietra sei in questa comunità?
Ci mettiamo quindi in cammino col desiderio di accogliere questi suggerimenti e di essere una comunità partecipe e attiva in questo anno pastorale.
Don Davide
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