Mag 03

Gettare le reti

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Il racconto struggente dei primi giorni dopo la resurrezione, narra la fatica dei discepoli di riprendere il loro impegno. Pietro dice: “Io vado a pescare” demotivato e quasi sconsolato. L’esito è disastroso: “In quella notte non presero nulla”.

Eppure, sulla riva si presenta uno sconosciuto, che invita a “gettare le reti” in un modo particolare: in realtà non conta il modo, ma che venga fatto sulla sua parola. La pesca è abbondante. Improvvisamente quelle parole risultano come un codice che fa scattare una serratura e permette ai loro occhi, ma soprattutto al cuore, di riconoscerlo.

Gettare le reti. Di nuovo.

La storia con i discepoli è iniziata con Gesù che li invita a “gettare le reti” e ad essere “pescatori di uomini” (cf. Lc 5,1-11) e l’evangelista Giovanni fa una solenne re-interpretazione di questo inizio e ci dice che il messaggio della resurrezione si condensa sostanzialmente in questo: nell’ascoltare di nuovo, ancora e con coraggio quell’invito: “gettate le reti” e scoprire che una nuova energia di vita si è impadronita di noi e delle nostre azioni, e la sua grazia si manifesta.

Siamo quasi alla conclusione dell’anno pastorale. Il cammino è stato lungo. Alcune volte si è tentati di pensare che non ne valga la pena, che si raccoglie poco, che l’evangelizzazione tentenni.

In realtà, veniamo dai giorni belli di Pasqua e della Domenica in Albis con il Battesimo di alcuni nostri amici e amiche grandicelli; domenica prossima avremo le Prime Comunioni di un gruppo di bimbi entusiasti e divertenti; quella successive la Cresime del gruppo più numeroso, in un contesto di grande famigliarità, presiedute da don Valeriano.

Questi sono i segni di una chiesa viva, della grazia del Signore che agisce misteriosamente e che ci motiva nell’ascoltare ancora la sua chiamata: “gettate le reti”.

Gettate le reti, non la spugna.

Il Signore ha un popolo numeroso in questa città.

Anche se siete quasi alla fine, e pensate al riposo… gettate le reti! È un’azione da fare senza stancarsi, perché da questo incontro con il Signore risorto, nascono nuovi cristiani e la Chiesa.

Don Davide

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