Mar 07

La partenza e la meta

Di

Nella liturgia di questa domenica, c’è l’invito a partire per un viaggio inedito e inatteso, lontano dai propri riferimenti e dalle proprie sicurezze (prima lettura), per arrivare a una vetta di trasformazione incredibile, in cui in una persona Dio e il mondo si toccano (vangelo). Il contesto di questo traguardo prodigioso è descritto come un mistero: una nube luminosa. È una nubeperché c’è qualcosa che sfugge alla possibilità di spiegare tutto; è luminosa, perché in questo evento si manifesta qualcosa di sorprendente e bellissimo. 

Cammino

Vorrei che tutti, con la nostra personale sensibilità, potessimo sentire l’invito a partire in un cammino di cui non sappiamo i contorni e i riferimenti, ma con l’unica certezza che la storia è saldamente nelle mani di Dio e che, se intraprendiamo questo viaggio con fiducia, saremo un luogo – un luogo fisico e spirituale al contempo – in cui Dio e il mondo si toccano. 

Vorrei che ciascuno di noi potesse sentire questo “inizio”: sia chi è disperato perché non si celebra la messa domenica, sia chi è più timoroso e prudente; sia chi è più scettico e sospettoso, sia chi si affida più serenamente alle indicazioni che sono state date… per tutti vorrei che risuonasse un invito personale: non rimanere ancorato a quello che sai già, ai tuoi schemi, alle tue certezze, ai tuoi orizzonti di riferimento. Prova a metterti in ascolto delle ragioni dell’altro, a entrare in sintonia con la paura o col coraggio, con la fede o con la mancanza di fede, con lo sgomento o la serenità. Prova a cogliere le possibilità che questo viaggio ti offre. Sarà un cammino pazzesco, roba da fare venire le vertigini; talvolta ti chiederai se ci sia un sentiero o se sia tutta una follia.  

Potrebbe succedere che nelle cose più terribilmente umane, siamo condotti a toccare delle vette di grandezza spirituale: dalla paura del contagio alla generosità del proprio lavoro; dal sospetto all’amicizia solidale; dal disagio per la privazione delle nostre routine allo spazio per un incontro spirituale. 

Non mancheranno il disorientamento e la sete, questa “sete” così al centro dei nostri cammini pastorali; non mancherà la paura e lo sconforto e lo scontro con il nostro limite. Ma ci saranno anche momenti di esaltazione, un cielo sopra di noi colmo di infiniti punti di luce.  

È importante che lo facciamo con Gesù, questo cammino. Ognuno lo tenga vicino a sé con la lettura del Vangelo, con la preghiera personale, con il ricordo, mettendo in pratica l’amore concreto. 

Con lui, saremo trasfigurati. Cambieremo. 

Cambierà il nostro modo di essere chiesa, forse più consapevole delle cose preziose che abbiamo? 

Cambierà il nostro modo di vivere, segnato da una riscoperta di ciò che davamo clamorosamente per scontato? 

Forse ci sorprenderemo, ma quando ricorderemo i momenti di svolta della nostra vita annovereremo anche questo, scaturito dalla disponibilità a “partire”, fissando la meta di una montagna lontana. 

È meraviglioso e incoraggiante ricordare che quel primo passo di Abramo è stato l’inizio del cammino della fede e il seme della storia di un popolo. 

È meraviglioso credere che questo nostro primo passo possa essere altrettanto. 

Don Davide 

 

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