Apr 02

La Parola che fa rotolare le pietre

Di

Signore Gesù, sembra quasi che tu li sfidi i sepolcri.

I pesi sul cuore, i “non ce la posso fare” e in generale i massi che chiudono le tombe tu proprio non li sopporti.

Sarà forse per questo che ti diverti sistematicamente a farle saltare via, le pietre?

Viene da invidiarti, Signore: a noi non riesce così bene di togliere i macigni.

Ciascuno di noi ti raggiunge, ogni settimana, qualcuno ogni giorno, in chiesa, o con la sua preghiera o con il pensiero. Abbiamo le nostre vite, piene di cose belle, e anche faticose. Alcune le conosco, di altre intuisco solo qualcosa, ma so che possono essere molto pesanti. Ci sono macigni nel cuore e nell’anima.

Sarebbe bello se la tua parola che risuona ci convincesse che ce ne possiamo liberare, o che – portandoli con te – si possono alleggerire. Come disse Francesco d’Assisi quando abbracciò il lebbroso, scoprire che anche ciò che è amaro e insopportabile si potrebbe trasformare in dolcezza di anima e di corpo.

Sai cosa ci impressiona del racconto di Lazzaro? Che quando incontri Maria, sua sorella, ti commuovi come faremmo noi. Come se pensassi che se anche Maria non regge una situazione così – lei che era buona e credente – allora deve essere davvero insostenibile. E quando ti dicono che non c’è più speranza, tu piangi perché per te non può essere così, che la forza dei macigni sia così grande.

Non è il pianto della disperazione il tuo, è il pianto della sfida e della ribellione.

E così, per il tuo amico, ordini: «Togliete la pietra!».

Sento che lo dici a ciascuno di questi amici: togliete la pietra! Sento che lo dici agli educatori per ciascuno dei loro fratelli e sorelle più piccoli: togliete le pietre! Sento che lo ripeti agli adulti, alle famiglie, agli anziani… a chi ha dei sogni e pensa che siano bloccati.

Quando una pietra rotola via dal sepolcro, una vita si rimette in cammino.

Allora ti preghiamo, Signore: se dobbiamo dare nuovo smalto alle nostre liturgie, e valorizzarne le parti, fa che ogni volta che proclamiamo e ascoltiamo la tua parola dall’ambone, che è simbolo del Sepolcro aperto e vuoto, fa che risuoni il tuo ordine: via la pietra!

Per tutti quelli fra noi che hanno del male nel corpo o, peggio, nell’anima: perché possano tirarlo fuori dal buio, trovare qualcuno con cui parlarne, guarirne ed esserne guariti.

Per tutti quelli fra noi che sono nel buio e non vedono via di uscita, perché ci sono massi enormi che sigillano le nostre speranze: facci udire una parola che ci chiami alla vita.

Per tutti quelli fra noi la cui felicità degli affetti più cari è stata ostacolata da un sepolcro vero, da una morte vera: da un lutto. Tu che sei la resurrezione e la vita non solo nell’ultimo giorno, fa sentire fin da adesso la tua presenza concreta: che ci sei, vicino a loro.

Per chi è stato tradito, per tutti i segreti nascosti nei cuori, per le fatiche con le persone che dovremmo amare e che ci dovrebbero amare, per la paura di rimanere soli o di non riuscire nella vita, per le nostre colpe di cui ci vergogniamo e i desideri troppo belli che non abbiamo il coraggio di esprimere, aiutaci a trovare una strada da seguire e un percorso da fare… perché la tua parola ci sciolga e ci lasci liberi di andare.

Don Davide

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