Dic 13

Siate sempre lieti….ma proprio sempre!

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La liturgia di oggi, quasi sfidando le nostre fatiche, ci invita alla gioia. «State sempre lieti» (Fil 4,4) incoraggia San Paolo e, come se anticipasse le nostre obiezioni, insiste: «Ve lo ripeto ancora: state lieti! Non angustiatevi per nulla!» (Fil 4,4.6).

Non angustiarsi per nulla?! Ma come si fa?!

Ecco il regalo di questo Natale: la possibilità della gioia. Una gioia che non è legata alle circostanze esterne, ma a una fiducia che prende dimora in una zona molto profonda di noi stessi.

Qual è questa fiducia? È la fiducia di un cammino. Alle folle che chiedono a Giovanni Battista come si debbano preparare ad accogliere il regno di Dio imminente, il Battista risponde semplicemente di mettersi nella disposizione di migliorare il loro vivere. Non è una né una proposta impraticabile, né una richiesta volontaristica: si tratta, per Giovanni, di riconoscere il piccolo passo che ci sta davanti e farlo senza indugio, con determinazione.

La grazia di questo umile cammino è che ci dispone alla purificazione dei nostri atteggiamenti e delle nostre vite, e quindi alla conversione. L’immagine del ventilabro richiama infatti l’azione dello Spirito, che soffia per togliere dalle nostre esistenze tutto ciò che non porta un frutto buono.

Perciò, possiamo ascoltare ancora con rinnovata gratitudine l’invito del profeta Sofonia: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore in mezzo a te è un salvatore potente!» (Sof 3,17).

Noi possiamo gioire perché siamo sicuri che il Signore ci tiene in cammino. Nessuno ci chiede di essere perfetti, neanche Dio. Lui vuole che non stiamo fermi, che non demordiamo, e che non perdiamo la fiducia che la nostra vita è guidata da lui.

L’unica perfezione che ci viene chiesta è questa tensione del desiderio, questa speranza di essere come Dio Padre, compassionevoli, teneri, capaci di raccogliere nel nostro il cuore dell’altro. Una grande poetessa polacca, W. Szymborska, ha scritto una volta un verso perfetto per esprimere l’empatia, il sentire con il cuore dell’altro: «Senti come mi batte forte il tuo cuore». Ecco, questa è la perfezione che dobbiamo cercare. Per il resto, possiamo gioire e avere la fiducia di camminare, senza paura, solo con la preoccupazione di continuare a muoverci verso Gesù che ci chiama e che, prima ancora, ci viene incontro.

In questa domenica, la prima con il nostro nuovo vescovo Matteo, chiediamo di poter essere una chiesa capace di questi sentimenti, gli stessi che impariamo da Cristo, e di poter essere noi stessi una comunità gioiosa e di fare gioire per questo il nostro pastore.

Don Davide

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