Mar 12

Al pozzo

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Una favola per tempi difficili

Non si andava al pozzo a quell’ora, per l’arsura di mezzogiorno. Ma lui, sfidando il caldo, si era diretto verso quel centro, come mosso da un richiamo invisibile, come se avesse il presagio di dovere incontrare qualcuno.
Aveva sete. Non aveva preso con sé la borraccia e adesso le sue forze stentavano. Che imprudente era stato!
Vide un uomo passargli accanto con una mascherina bianca sul volto, una cosa strana che non aveva mai visto. L’uomo lo superò, frettolosamente, modificando leggermente la traiettoria per stargli alla larga.
Non fece in tempo a voltarsi, per capire meglio chi fosse e da dove venisse, che subito quel pellegrino mascherato di bianco era scomparso. Un’allucinazione, pensò.
Finalmente arrivò al pozzo; bramava di attingere acqua, ma scoprì che qualcuno aveva rubato il secchio. Rimaneva solo la corda, come un pigro serpente annodato alla carrucola. Sconsolato, si chiese come mai qualcuno prevarica sul bene comune.
“Hai sete?” Una voce di donna lo richiamò dai suoi pensieri.
“Sì, ma hai più sete tu.”
La giovane lo guardò, perplessa, senza dire nulla. Attaccò il suo secchio alla corda e calò la carrucola. Prima di attingere, però, dispose a terra vari orci, tipo borracce, che aveva portato in un sacco.
“Perché fai così? Non verrà nessuno. Non è l’ora, e poi c’è la quarantena.”
La giovane donna lo fissò ancora di più di sottecchi. I nostri padri – pensò – sono stati quarant’anni nel deserto… ma non ho mai sentito parlare di quarantena…
“Scherzi, vero?! Verranno in tanti, invece. Hanno molta sete e una gran voglia di stare un po’ insieme.”
“Io non vedo nessuno.” Rispose l’uomo, infastidito.
“Guarda là, alla porta della città! Vedi? Sta arrivando Gianni, il panettiere…”
In effetti, una sagoma si profilava, oscurando il Sole meridiano.
“E poi di là arriva Ludovica, che ha la locanda; e Girolamo, del negozio di stoffe. Ah, buongiorno Direttore!” disse poi rivolgendosi al capo della banca “La trovo benissimo, nonostante questi giorni.”
In breve, attorno al pozzo si radunò tantissima gente. C’erano proprio tutti: gli anziani, i giovani, i bimbi del catechismo… il coro.
“Beh, allora?! Siamo qui per la messa!” dissero all’uomo nei pressi del pozzo. Sembrava stordito da tutta quella ressa intorno.
La messa? – pensò lui – Ma la devo ancora inventare!
“Allora la messa?” gli chiese uno. Una donna si avvicinò, scuotendolo un poco sulla spalla. Ehi – pensò l’uomo – non ci si può toccare…
“Don Giacomo? Don Giacomo, mi fai spaventare!”
Don Giacomo aprì gli occhi, cercando di mettere a fuoco. La Bibbia era tutta stropicciata. Accanto a lui Gloria, la responsabile della Caritas.
“Scusa, devo essermi addormentato” ammise, quasi vergognandosi.
“Oh don, non ti preoccupare, capita! A vederti così, si direbbe che sei un uomo spirituale… ma non ci crediamo, stai tranquillo!” disse ridendo. “Sono passata a prendere una sportina per i poveri, perché qui anche se siamo tutti in prigione, i poveri continuano ad avere bisogno! Vado a prepararla!”
“Sai, ho fatto un sogno strano: ho sognato che al pozzo… volevo dire, a messa… che dicevamo la messa e che c’erano tutti.”
“Su su, coraggio! – ribatté Gloria con il solito fare spiccio e sicuro – Presto torneremo a messa tutti insieme. Intanto, stiamo uniti volendoci bene. C’è un’acqua che non finisce mai e ci dà sempre la forza: il pozzo che disseta è se ci vogliamo bene.“

Don Davide

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Comments (1)

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    marco nonni

    13 Marzo 2020

    E’ proprio una bella antologia della vita della Parrocchia: così resta agli atti e completa i momenti ai quali si riesce a partecipare.

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