Mar 03

Dietro al gusto c’è una storia

Di

LA QUARESIMA

Al contrario di quello che si potrebbe pensare, la Quaresima è un itinerario “saporito”. Non un percorso in cui il digiuno e la penitenza ci farebbero perdere il gusto delle cose, ma l’occasione di riapprezzarne il vero sapore, diventando consapevoli che dietro ad ogni buon gusto c’è una storia.

Dietro alla vittoria di un atleta olimpico ci sono quattro anni di allenamenti intensi. Dietro al traguardo di una laurea ci sono tanti esami e tanto studio. Dietro al piatto più buono che abbiamo mai mangiato, c’è un’attenta selezione di sapori e una lunga preparazione.

Iniziamo il cammino spirituale della Quaresima con il desiderio di preparare il gusto della Pasqua e quindi anche di disporci ad assaporarlo. Per apprezzare i sapori, lo sappiamo, bisogna purificare quelli che potrebbero corromperli, lavare ciò che è venuto prima. Così è la Quaresima: non un tempo per intristirci con cose insipide e amare; ma un modo di rendere più sensibile il nostro appetito spirituale.

AL FIANCO DEL PERCORSO DEI BIMBI

Lo facciamo, innanzitutto, affiancandoci ai bimbi del catechismo, che scandiranno le cinque domeniche che precedono la Domenica delle Palme, con altrettante tappe che li aiuteranno (e ci aiuteranno) ad apprezzare il gusto del pane, ma soprattutto il suo significato, cioè il grande dono eucaristico di Gesù nel Giovedì Santo e nella Pasqua. Queste cinque tappe sono: 1) Seminato; 2) Maturato; 3) Raccolto; 4) Macinato; 5) Impastato.

Sembra un percorso per bambini, ma in realtà riprende esplicitamente la prima riflessione eucaristica della grande tradizione della Chiesa, in un testo datato I-II secolo d.C. dal titolo Didaché, dove l’autore riflette sulle analogie tra il processo del pane e l’itinerario spirituale dei credenti che celebrano l’eucaristia.

L’IMPEGNO DEGLI ADULTI

Oltre a questo, il percorso della Quaresima per la nostra comunità è ricco di momenti importantissimi. Mi permetto di suggerire, perciò, un atteggiamento di conversione anche per gli adulti per vivere proficuamente questo tempo speciale, senza dimenticare un impegno penitenziale concreto, ma privilegiando il cammino comunitario che lo sostiene e gli dà significato.

Domenica prossima vorrei proporvi una riflessione su quali caratteristiche debba avere il classico “fioretto” per essere significativo. Oggi, invece, voglio indicarvi le tre tappe da privilegiare per vivere la Quaresima come vero itinerario spirituale, di conversione ed ecclesiale.

  1. Gli Esercizi spirituali parrocchiali

Subito dopo il Mercoledì delle Ceneri, la parrocchia ha organizzato tre giorni di preghiera, di meditazione e di adorazione eucaristica, che si sovrappongono alle tradizionali “40ore” col desiderio di reinterpretare questo appuntamento. Suggerisco di individuare almeno un momento a cui partecipare, tra tutti quelli proposti. Sono gli “esercizi spirituali parrocchiali” e l’obiettivo è di accordarsi su una nota spirituale condivisa, all’inizio della Quaresima.

  1. La prima Assemblea di Zona pastorale

Domenica 17 marzo avremo la Prima assemblea plenaria della nostra Zona Pastorale San Felice. È il momento che segna l’inizio concreto della conversione pastorale che siamo chiamati a vivere e, sicuramente, partecipare vale più di tutti gli impegni di conversione che possiamo immaginare di prenderci. In questo caso faccio anche un auspicio: mi piacerebbe che ci fossimo tutti, nessuno escluso. Celebrazioni solenni a parte è l’appuntamento più importante dell’anno.

  1. La Festa dell’Incontro

Seguendo l’invito che papa Francesco ha rivolto alla chiesa universale, anche la nostra parrocchia vuole fare una festa per incontrare tutte le persone con cui abbiamo stretto legami di amicizia e di conoscenza nelle attività della Caritas, della San Vincenzo e del VAI, o anche semplicemente le persone che vengono a chiedere aiuto.

La festa sarà domenica 24 marzo, preceduta da un momento di preghiera guidato dai giovanissimi mercoledì 20 marzo.

Nelle prossime settimane illustreremo meglio il significato e le modalità della festa, ma intanto suggerisco di tenere bene a mente che essere sensibili a questo appuntamento, partecipando e condividendone l’intenzione, è un modo molto adatto e coerente di vivere la carità che la Quaresima prescrive.

Don Davide

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