Apr 10

Si manifestò di nuovo

Di

Quante volte abbiamo desiderato che Gesù si manifestasse nella nostra vita?! Magari attraverso una preghiera che speravamo di vedere esaudita, o in una speranza realizzata… o in una difficoltà che speravamo di superare…

Se ci pensiamo bene, se siamo qui, in chiesa, pronti per la messa, o a casa a leggere questo foglietto, vuol dire che una volta lo abbiamo incontrato, lo abbiamo sentito vero, accanto a noi. Abbiamo percepito che sì, potevamo credere.

La resurrezione agisce in noi come un continuo rinnovare quella scintilla, alcune volte sfidandola, alcune volte alimentandola in maniera vigorosa. Quando desideriamo che il Signore si manifesti “di nuovo”, come all’inizio del Vangelo di oggi, è perché siamo sempre in passaggio di Pasqua, è perché abbiamo qualche croce, piccola o grande, che deve diventare resurrezione. Non è una disgrazia! Al contrario! Il Signore ci prende per mano, proprio in quella difficoltà, per farci fare qualche passaggio decisivo.

C’è un’incredibile tenerezza nella scena del Vangelo di questa Domenica. Pietro è triste, sconsolato. Non gli resta che tornare a pescare. Lo dice come se ormai quel gesto tanto conosciuto e consueto avesse completamente perso di senso. Non aveva promesso il Signore che avrebbero “pescato” gli uomini? E invece si ritrovano a inseguire pesci che non si fanno prendere. “Quella notte non presero nulla”: si sente in questa frase tutto lo sconforto di chi pensa che il destino avverso si accanisca su di lui: “Ecco, non ne va bene una. Non siamo più nemmeno capaci di pescare!”.

Gesù risorto compare interpellandoli, proprio per guidarli in questo passaggio pasquale: “Non avete nulla da mangiare?”. Sembra un’ulteriore umiliazione per i discepoli: un pellegrino chiede un pesce a dei pescatori, e loro devono confessare di non avere nulla… Che tristezza.

È in questo scenario che Gesù si manifesta di nuovo. Di fronte allo svilimento estremo dei discepoli, ecco che sorge una nuova resurrezione.

“È il Signore!” esclama Pietro sbalordito. C’è qui tutto l’entusiasmo della rinascita. E ancora più tenera è la notazione che i discepoli, dopo, non chiedono nulla, perché ormai sanno bene che è il Signore.

Ecco, quando il Signore si manifesta di nuovo, nella nostra vita, lascia sempre un momento di pace e di grande consapevolezza. Ci credevamo abbandonati, forse respinti, invece Gesù in un impeto di tenerezza si avvicina di nuovo a noi, ci fa superare quella fatica, ci dice che possiamo vivere, e vivere nella gioia.

Don Davide

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