Apr 04

Sapienza

Di

Il primo dei sette doni dello Spirito Santo

Sette domeniche ci accompagnano dalla Pasqua alla Pentecoste. Ho scritto sul sito internet della parrocchia che, nella vita spirituale, questo è il tempo più importante dell’anno, anche se nella formazione cristiana siamo stati abituati a impegnarci particolarmente nella Quaresima. Invece è in questo periodo che la fede cristiana viene illuminata nella sua verità: “Nessun vantaggio per noi essere nati, se Cristo non ci avesse redenti” è scritto nell’Annuncio Pasquale, il grande inno che apre la Veglia Pasquale.

Nell’itinerario di questo periodo approfondiamo la verità della resurrezione, che dà senso al dono della vita di Gesù e nostra, e che sigilla la bontà del Vangelo. Dalla resurrezione di Gesù deriva poi il dono dello Spirito, che anima la vita della Chiesa e la rende testimone efficace del Risorto.

Per questo motivo ho scelto di dedicare le prossime sette domeniche a un percorso di catechesi pasquale, in preparazione alla Pentecoste, attraverso i sette doni dello Spirito Santo. Le domeniche del tempo di Pasqua non sono scandite dall’ordine dei suddetti doni, ma scopriremo che ci sono molti contatti e molte luci che possono derivare da questi collegamenti, che ci aiuteranno a fare un vero percorso spirituale e anche a cogliere, con inedita ricchezza, qualche particolare del Vangelo e degli appuntamenti che vivremo in queste settimane (ad es. i sacramenti del catechismo, la visita della B.V. di S. Luca).

Iniziamo, dunque dal dono della Sapienza che è il primo dei doni dello Spirito, e va a braccetto con l’ultimo: il Timor di Dio.

“Principio della sapienza è il timore del Signore” recita la massima sapienziale più importante di tutta la Bibbia. Il primo e l’ultimo, l’ultimo e il primo dei Sette (guarda caso, il numero perfetto!): la Domenica in Albis – giorno splendente della Pasqua dei neofiti – e la Domenica di Pentecoste – giorno splendente della neofita Chiesa – che annuncia il Cristo senza alcuna paura (il Timore, lo scopriremo, è molto diverso dalla paura!).

Viene in mente l’immagine del serpente che si mangia la coda, antico simbolo dell’Eterno Ritorno, ma qui c’è una differenza sostanziale: Sapienza e Timor di Dio, Pasqua e Pentecoste, non si richiamano in un cerchio chiuso in se stesso, ma piuttosto in un movimento a spirale, dove il cerchio è sempre aperto, sempre un po’ più grande e spinge sempre in alto come un vortice di bene, verso nuovi orizzonti e a un’esplorazione infinita.

Così il dono della Sapienza, a braccetto con il Timor di Dio, ci aiuta a comprendere, nella luce della Pasqua, il nuovo ordine di Dio,

dove la resurrezione sblocca ogni cosa fissa e perduta portando vita, dove il ladro pentito viene accolto nel Regno dei Cieli, la morte è sconfitta dall’amore, la violenza è riscattata dal perdono, i disperati vengono persuasi della speranza, gli sfiduciati della fiducia, ai poveri è annunciata la buona novella e il nostro intimo si apre alla vita spirituale.

La Sapienza viene donata a noi quando abbiamo rispetto dell’opera di Dio e ci accostiamo ad essa con umiltà e fiducia: “Ecco l’opera di Dio: una meraviglia ai nostri occhi!”, esclama un salmo (117,23).

Non basta vedere fisicamente, si tratta di guardare con gli occhi del cuore e dell’amore. Esattamente come è accaduto ai discepoli, che vedevano Gesù risorto e non lo riconoscevano, poi quando cominciavano a guardare con gli occhi del cuore, tutto diventava chiaro.

La Sapienza, dunque, è il dono dello Spirito Santo che ci fa vedere con uno sguardo penetrante la vita risorta nella vita vecchia del mondo.

È il dono che ci rassicura che l’ordine nuovo è quello della resurrezione, e anche se ci sembra che non ci siano pace, amore e armonia, in realtà esse ci sono, sono state seminate nel cuore di chi crede nella resurrezione, e sono destinate a crescere, e – come in un vortice di bene – ad avvolgere tutto.

Don Davide

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