Nella notte del 26 marzo 1996 sette trappisti dell’abazia di Thibirine (Algeria) vengono rapiti. Per due mesi nessuna notizia. Il 21 maggio i fondamentalisti islamici annunciano: “Ai monaci abbiamo tagliato la gola.” Il 30 maggio vengono ritrovati i cadaveri.

In una situazione sempre più incandescente, sollecitati tanto dalla propria congregazione quanto dall’esercito algerino a lasciare il paese e tornare in Francia, i monaci scelsero dopo un lungo discernimento di rimanere a Thibirine, come segno di pace, per continuare il servizio e l’amicizia con le comunità locali. Sempre più consapevoli della follia che li stava per travolgere, scelsero di dare la vita e di non avere paura. Gli scritti di questi monaci sono una straordinaria testimonianza di chi cerca l’essenziale del Vangelo e il testamento spirituale del superiore, Fr. Christian De Chergé, risulta essere uno dei testi più alti della spiritualità contemporanea.

Questi monaci rimangono un esempio profetico, oggi, del valore della radicalità evangelica, soprattutto nel dialogo con l’Islam. Essi non hanno ceduto alle minacce del fondamentalismo, ma allo stesso tempo hanno tenuto un dialogo amichevole e costruttivo con i musulmani di quel luogo, realizzando una meravigliosa testimonianza di pace.

“Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimè, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca.

Venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e, al tempo stesso, di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito.

Non potrei auspicare una tale morte. Mi sembra importante dichiararlo. Non vedo, infatti, come potrei rallegrarmi del fatto che questo popolo che amo sia indistintamente accusato del mio assassinio. Sarebbe un prezzo troppo alto da pagare per quella che, forse, chiameranno la “grazia del martirio”. […]

E anche a te, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi, sì anche per te voglio questo grazie e questo ad-Dio profilatosi con te. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen!”

Fr. Christian De Chergé, Testamento spirituale