Feb 12

La nostra fede tra chiese, strade e case

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Stavo pensando, in questi giorni, che il termine “parrocchia” gode di una bellissima contraddizione. Nella lingua greca, deriva dall’immagine di essere per strada, dal concetto di viandante, quindi è collegato all’idea di pellegrinaggio, di instabilità e di precarietà. Questo significato è passato nella configurazione della parrocchia intesa come casa tra le case delle persone e come luogo che si affaccia sulle strade, però nel tempo la parrocchia è diventato il simbolo di qualcosa di radicato, di molto stabile, alcune volte anche di pesante.

Senza volere fare dell’inutile retorica, vorrei perciò che cogliessimo questi giorni in cui la chiesa di S. Maria della Carità, la nostra chiesa principale, è chiusa, come un’occasione per essere richiamati al significato originario della “parrocchia”. Non è facile, è un esercizio ascetico, perché avere la chiesa comoda, in ordine, capiente e funzionale rende tutto più facile. Eppure, così ci ricordiamo che la parrocchia non è fatta dalle mura della chiesa, ma è fatta di pietre vive, delle persone; è fatta per muoversi snella tra la vita di donne e uomini, lungo le nostre strade.

Siamo, poi, estremamente fortunati, di potere disporre anche della deliziosa chiesa di S. Valentino, che sempre di più vorrei sentissimo come un santuario nel nostro territorio parrocchiale, che in questi giorni diventa il luogo principale delle nostre celebrazioni… come una piccola città che diventasse la sede di un grande giubileo! Sappiamo che la chiesa è piccolina, ma cercheremo di distribuirci, in modo da poter celebrare tutti con gioia.

Infine, dobbiamo ringraziare, perché non sono molte le chiese a Bologna che si possono permettere di celebrare la messa perfino in una sagrestia abbastanza capiente, che svolge in questi giorni anch’essa la funzione di supplente della nostra chiesa.

C’è un altro segno che ci richiama al significato profondo della parrocchia, intesa come una chiesa-accanto-alle-case. In quest’ultima settimana abbiamo iniziato le benedizioni pasquali, che portano la liturgia – che di solito celebriamo in chiesa – nelle nostre case, insieme alla visita dei ministri della parrocchia.

Come comunità siamo in cammino, siamo pietre vive, e ci muoviamo con mille relazioni testimoniando il Signore Gesù lungo le strade, nelle case, mettendoci accanto alla vita delle persone.

In questo senso, sarebbe bello cogliere il momento della visita per la benedizione pasquale, come opportunità per riscoprire esplicitamente il nostro cammino di fede. Vi invito, perciò, se potete, ad apparecchiare un piccolo altare domestico, a mettere una tovaglietta con un crocifisso e ad accendere una candela (magari quella del nostro Battesimo), in modo da rendere evidente che – mentre siamo in movimento tra chiese, strade e case – l’incontro con le vostre famiglie diventa una celebrazione di amicizia, di prossimità e di vita.

Don Davide

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