C’è una forte consolazione insita nel fatto di iniziare un cammino con la sensazione di potere percorrere un campo aperto o un bel sentiero di montagna.
Non si sa mai cosa riserva il futuro, ma c’è un modo minaccioso o un modo fiducioso di percepirlo.
Oggi lo guardiamo pieni di speranza.
Lo facciamo perché veniamo dalla celebrazione della presenza di Gesù in mezzo a noi.
Lo facciamo perché non guardiamo a un futuro vago, indefinito e lontano: nel momento in cui muoviamo con gratitudine e coraggio il primo piccolo passo, quel futuro è già il presente che viviamo, è il dono concreto che ci viene consegnato.
Giovanni Battista parla di un battesimo più decisivo, che ci immergerà nel fuoco d’amore dello Spirito Santo. (Lc 3,16). Gesù dirà: “Vedrai cose più grandi di queste!” (Gv 1,50).
Tutto dipende dal riscoprire con un orgoglio buono il nostro Battesimo: siamo figli e figlie di Dio, ci è stato fatto il dono della conoscenza di Gesù e, ad un certo punto nella nostra vita, abbiamo scelto la nostra vita cristiana.
Si apre un periodo nuovo e allo stesso tempo sobrio per la vita della nostra parrocchia: siamo chiamati a dare un’entusiasmante testimonianza ai giovani, perché anche loro possano apprezzare l’incontro con Gesù e a cercare di vivere la fede in condivisione con tutti.
C’è una comunità cristiana da edificare.
Tutti abbiamo la responsabilità di farlo, tutti con il proprio dono e il proprio compito.
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