Mag 04

Scienza

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Le leggi spirituali di tutto ciò che esiste

Comprendiamo il dono della Scienza attraverso un’analogia proprio con la mentalità scientifica.

Il dono della scienza non è quello di Einstein, di Edison, di Cury o di Montalcini. Non è che dopo la Cresima diventiamo tutti scienziati (anche se a qualche studente farebbe bene, per fare meglio i compiti di matematica, di fisica o di biologia) e non basta dire la preghiera allo Spirito Santo per inventare la formula risolutiva della Teoria del Tutto.

Tuttavia, il dono della Scienza, analogamente a quanto accade nel metodo scientifico, ci rende “empirici” nella vita spirituale, cioè capaci di sperimentare. Ossia, ci permette di riconoscere il Signore risorto quando noi, come i discepoli, inizialmente non ci accorgiamo di lui, anche se è davanti al nostro naso. Oppure ci fa vedere l’amore dove è presente e il bene quando accade, e ci aiuta ad avere la giusta misura quando ci lamentiamo ma, se mettessimo sul piatto della bilancia le cose positive e quelle negative, vedremmo che il piatto penderebbe comunque dalla parte del bene.

In termini ancora più precisi, il dono della Scienza è quello che ci aiuta a fare una vera «esperienza» spirituale.

Seguendo le letture di questa domenica, possiamo vedere perfettamente il dono della Scienza dove si manifesta: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone…” (At 10,34). Sto rendendomi conto: se fosse espresso in termini scientifici di oggi, Pietro avrebbe detto: “In base a ripetute osservazioni, ho registrato (o «isolato») questo fenomeno…”

E ancora: “I fedeli si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo” (At 10,45). Ma guarda un po’! Le nostre teorie erano diverse, invece al dato sperimentale, lo Spirito Santo fa poi quel che vuole!

E infine: “Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua, questi che hanno ricevuto come nei lo Spirito Santo?” (At 10,47). In altri termini: se la medicina funziona e non ha effetti collaterali, usiamola!

Rimaniamo ancora più stupiti quando procediamo nell’ascolto della parola di Dio: “Chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio” (1Gv 4,7). Qui l’autore della Prima lettera di Giovanni trae non un sillogismo teorico, ma una conseguenza pratica basata sul principio di causa effetto: Dio è amore, se uno ama, è stato generato da Dio e lo conosce (anche se non dovesse conoscerlo ancora «esplicitamente»). Anche questo principio è più incisivo delle teorie e corrisponde più concretamente alla realtà. Come afferma papa Francesco: la realtà è più grande dell’idea (cf. EG).

Infine, come i veri scienziati, che traggono dai loro esperimenti e dalle loro osservazioni una descrizione della realtà: “Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).

Il dono della Scienza ci permette di dire qual è la realtà che conta più di ogni altra: l’amore.

Ancora una volta, come gli scienziati contemporanei riconoscono nella fisica quantistica la trama più profonda della realtà che riesce ad essere osservata (fino ad oggi), una trama per di più “relazionale”, così il dono della Scienza ci aiuta a riconoscere l’amore come la particella elementare, il tessuto di relazioni e la struttura più profonda di tutto ciò che esiste.

Don Davide

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