Mar 01

Verso la vetta, prima dell’alba

Di

“In quei giorni il Signore disse ad Abram: Vattene dalla tua terra, verso la terra che io ti indicherò.” (Gn 12,1)

Vattene! Sembra una minaccia, ma non è così.

Porta te stesso verso un luogo promesso, pieno di speranza; da un terra umana, a una terra indicata da Dio.

Inizia un cammino, segui un percorso, fidati di Dio e diventerai una benedizione.

Accogliere le occasioni di Dio e metterci in cammino, significa salire in un’intimità speciale con Gesù sul nostro personale monte della trasfigurazione.

È come salire la vetta di una montagna quando è ancora buio, e giunti in cima, anticipare l’alba.

Non sempre gli altri capiscono cosa ci stia succedendo durante il tragitto e, dopo, cosa abbiamo vissuto. Siamo stati per qualche tempo “in disparte” con Gesù e il riflesso della sua luce ha segnato la nostra pelle, è rimasto sul nostro viso, nei nostri occhi.

Che cosa ci è accaduto? È difficilissimo descriverlo.

Abbiamo visto Gesù luminoso e questo ha cambiato il nostro modo di guardare le cose.

Lo sintetizziamo con due parole: l’ascolto e l’amore.

È un’esperienza che facciamo tutte le volte che diciamo un “sì” sapendo – magari non perfettamente, magari solo intuendolo – che è un sì detto a Dio. È l’intimità che viviamo quando ci fermiamo ad adorare l’Eucaristia, in silenzio, o con la nostra comunità. È quello che ci accade quando ci dedichiamo a un servizio.

“Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.” (2Tm 1,10).

Contemplo un mondo trasfigurato, che è presente e minacciato allo stesso tempo; che ancora non c’è, ma ci sarà, non appena qualcuno avrà un sentimento d’amore per il Vangelo.

Vedo giovani uomini e giovani donne uscire dalla spirale infernale della guerra e incamminarsi verso la pace. I potenti si domanderanno sbigottiti: cos’è questa processione di persone pacifiche, laddove le abbiamo educate alle armi, all’odio e alla deterrenza militare?

Contemplo un creato purificato e custodito, e tutti noi che – faticosamente e con l’impaccio dei principianti – impariamo a rispettare le piante, gli animali, l’aria, i fiumi, i mari, i boschi, il suolo, i campi.

Gusto il giorno in cui si dilaterà il Magnificat.

Gli umili saranno innalzati, e non ci sarà più uomo e donna, ragazzo e ragazza, bambino e bambina, umiliati, sfruttati e offesi.

La luce è grande, abbacinante. Non riesco a fissarla oltre, ma so che c’è molto di più.

Incamminati verso la trasfigurazione abbiamo come un assaggio, che tu Signore, nella Pasqua mandi il tuo Spirito a rinnovare la Terra.

Sto un po’ con Gesù, in disparte, perché voglio essere protagonista di questa illuminazione del mondo.

Don Davide

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