Set 08

Ciao Don Vale

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“Ciao don Vale” è la frase che ho ripetuto di più in questi ultimi giorni, quando sono andato a salutarlo al Maggiore prima di partire, quando l’ho visto in camera mortuaria, quando lo abbiamo benedetto prima della chiusura della bara, al termine del funerale, dopo l’ultima preghiera e infine al cimitero.

Non avremmo davvero voluto riprendere la nostra newsletter così,  con la notizia della morte del “Don”, tuttavia nella sua esistenza splende fulgida la luce della resurrezione, così anche noi siamo invitati a credere e a non dirgli “addio” se non senso letterale del termine “a Dio” – ossia: ci rincontreremo da lui e in lui – oppure semplicemente: “Ciao don Vale, ci rivedremo presto. Grazie per l’uomo e il prete che sei stato, e per tutto quello che hai fatto per noi”.

Non possiamo non ammirare, grati, sorpresi e perfino pieni quel “santo timore” che è il principio della sapienza (Cf. Pr 1,7), la provvidenza di Dio Padre, che lieve ci ha aiutato a vivere questo saluto. Don Valeriano è stato ricoverato qualche giorno prima che partissimo con un nutrito gruppo della parrocchia per la Terra Santa. Nei giorni del pellegrinaggio, tante persone della parrocchia lo hanno accudito deliziosamente, in ospedale, mentre i pellegrini lo ricordavano nelle preghiere comuni o in quelle personali, come se lo Spirito Santo ci aiutasse tutti a rifondare la nostra fede nella resurrezione, proprio a partire dai luoghi più santi della vita di Gesù, dove tutto è incominciato, dove tutto è avvenuto.

Così, quando la notizia ci ha raggiunti improvvisa, ecco che è suonata come un’ultima raccomandazione di don Valeriano: di guardare a Gesù, e di gettare l’ancora al cielo, come se il Santo Sepolcro fosse una barca che solca la superficie del Paradiso e ci venisse chiesto – appunto – di radicarci lassù, nella solida speranza della resurrezione.

Ripartiamo da qui, dunque: dal compimento della vita di un prete amato da moltissimi, grandi e piccini, giovani e adulti, come ha dimostrato la partecipazione al suo funerale, che ci ammonisce, con quel suo fare burbero e affettuoso che solo lui sapeva coniugare insieme, e con quella nota di dialetto bolognese che qui è impossibile rendere, di dire di sì a Gesù e di seguirlo senza paura.

Don Davide

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Comments (3)

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    Assunta Pagani

    8 Settembre 2023

    Veramente bello ciò che hai scritto sul Don.. Riposi in pace e vi protegga tutti dal cielo!! 💖🙏🙏🙏🌹🌹

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    Paolo

    12 Settembre 2023

    Come dimenticarlo? Burbero ma buono con la sua sigaretta di nascosto riposi in pace

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    Sarah Tardino

    24 Settembre 2023

    Durante la pandemia, quando già si poteva uscire per due passi vicino casa, mio figlio Giosuè che aveva tre anni e mezzo, dopo aver visto il Papa in televisione che da solo pregava per la salvezza del mondo, aveva cominciato ad uscire con un post-it sul quale, secondo lui, il papa aveva scritto, con segni imperscrutabili, che lui poteva andarsene in giro ma solo con l’elmo in testa, la cotta e la spada da cavaliere. Don Valeriano, che se ne stava davanti alla porta della chiesa, lo aveva visto e gli aveva detto : “Giosuè, ma hai paura?!” e Giosuè, mostrando il suo post-it gli aveva risposto “No, lo ha scritto il Papa che posso uscire solo con l’elmo.” Don Valeriano con interesse si era avvicinato al documento e dopo averlo esaminato attentamente aveva chiesto:” ma lo ha scritto proprio il Papa questo? ” E il bimbo gli aveva risposto “No, l’ho scritto io, il papa è a Roma!” Don Valeriano aveva concluso: “Allora non fa una piega: devi uscire solo con l’elmo! Bravo! Segui gli ordini del Papa!” Le stagioni si erano susseguite ed era arrivata l’estate, ma Giosuè fedele alla bolla papale continuava ad uscire con il suo elmo di plastica che lo faceva sudare come un pulcino. Don Valeriano aveva studiato la cosa e gli aveva detto :”Giosuè fa caldo, alza almeno la visiera” Ma lui imperterrito sotto il suo elmo aveva concluso con la sua vocina plastificata: “Non posso, lo ha detto il papa”. Don Valeriano quel giorno si era arreso all’evidenza ma l’indomani lo aveva atteso al varco nell’ora d’aria e lo aveva chiamato :” Giosuè, ho un messaggio per te! guarda è del Papa” e gli aveva mostrato un post-it giallo dicendo “c’è scritto: fa caldo Giosuè può uscire senza elmo”. il bimbo lo aveva fissato perplesso e aveva chiesto “ma lo ha scritto davvero il Papa? Don Valeriano aveva risposto sicuro: “No, l’ho scritto io, il Papa è a Roma” e così Giosuè aveva alzato la visiera e aveva sospirato “per fortuna, faceva caldo qua dentro”. Don Valeriano era così.

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