Dic 07

Fare festa

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È un tratto del mondo di oggi la difficoltà di fare festa. Per lo più accade che quando si “deve” festeggiare, o si organizzano cose che alla fine risultano tutto fuorché gioiose e dinamiche, o si eccede in atteggiamenti smodati. Capiamo invece il senso della “festa” quando nasce una serata fra amici così bella e spontanea, dove si è dialogato, scherzato e condiviso, che torniamo a casa con il cuore pieno di affetto e grati per quel momento.

Le feste dovrebbero essere così.

Il primo motivo per cui vogliamo fare festa oggi – e vorremmo che la festa fosse come ho descritto – è il compleanno di don Valeriano, che ha superato di un balzo gli 80, come si diceva che da giovani “saltavamo i fossi per la lunga”. Vorremmo, quindi, trovarci a fare festa con lui, cogliendo nella quotidianità meravigliosa con la quale lui è sempre al servizio della nostra comunità quella dimensione affabile, spiritosa e spontanea che è il tratto più autentico di ogni festa. Non c’è niente di più bello che festeggiare con qualche attenzione chi in realtà è sempre con te.

La seconda ragione di festa è l’Azione Cattolica (AC): questa associazione così importante per la storia della Chiesa contemporanea e irrispettosamente bistrattata e poco valorizzata, proprio negli anni in cui sarebbe più preziosa. L’AC, infatti, ci ha insegnato la forma stabile, umile e seria di servizio alla comunità cristiana che i laici possono e devono avere in seno alla Chiesa. Tutti i movimenti e le associazioni, di fatto, hanno avuto un esempio e un’apripista nell’AC e le parole della sinodalità e della corresponsabilità, che sono tanto preziose nella pastorale di oggi, sono state il DNA dell’AC fin dall’inizio. A questo proposito, l’AC ricorda a tutti che questo stile di Chiesa non si improvvisa e non è questione di buona volontà o di impegno di conversione pastorale del singolo.

La corresponsabilità e la sinodalità sono uno stile indispensabile e frutto di competenza umana, spirituale e pastorale, che va appreso in una lunga scuola di vita e di formazione. Per questo motivo, tale abito virtuoso del cristiano va riconosciuto e scelto insieme, in maniera pubblica e ufficiale, con un impegno stabile, in relazione, non lasciato alle voglie o alla buona volontà, ma legato e associato ad altri che sostengano e richiamino il senso della nostra responsabilità.

Vorrei che questa consapevolezza fosse compresa più profondamente e accolta con più convinzione, sia dagli adulti, sia dai giovani, a cui spetta la scelta se edificare la Chiesa di oggi e di domani.

Infine, in questa domenica festeggiamo il quinto anniversario del mio arrivo a S. Maria della Carità e S. Valentino della Grada. Se ci siano veri motivi per festeggiare lo lascio decidere a voi, tuttavia, invitarvi a festeggiare significa, da parte mia, riconoscere e testimoniare la bellezza di stare insieme, la gioia di una comunità fraterna e amichevole, e il desiderio di continuare a condividere le dimensioni più umane e lo slancio di testimoniare Gesù che ci fanno abitare la vita allo stesso tempo grati e con la nostalgia del Regno.

Le feste sono anche un’occasione per fare i ringraziamenti. Permettetemi, allora, di ringraziare Pierluigi e Maria Carla Zani per il Mercatino di S. Valentino e le signore del Borghetto per il Mercatino del Borghetto. Con il loro aiuto e la loro disponibilità, la comunità ha ricevuto un prezioso contributo per le attività parrocchiali. Anche questo è un importante gesto di corresponsabilità, tanto più significativo in quanto concreto e animato da vero spirito di servizio.

Don Davide

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