Ci può salvare un bambino?
E abbiamo bisogno di salvezza?
Sicuramente ne abbiamo bisogno quando una persona muore nella notte e nel freddo su una panchina della nostra strada principale, non per cercare colpe da attribuire, ma perché ci rendiamo conto che noi, il mondo, dobbiamo essere strappati da qualcosa di male che ci attanaglia.
Ma non è facile.
Pensiamo ai pastori, che per trent’anni dopo la notte di Betlemme non hanno visto alcun segno. Hanno subito i Romani che esercitavano il potere e che facevano le guerre, come noi prendiamo atto che c’è chi esercita il potere in modo osceno e brutale e che fomenta le guerre, addirittura nucleari, senza pudore, senza la minima vergogna e senza la decenza di pensare che non ha nessun senso ritenersi nemici perché diversi per nazionalità o cultura.
I pastori sono cresciuti senza vedere Dio che interveniva; così anche noi magari abbiamo vissuto la nostra fede per tanti anni senza segni particolari di Dio e ci chiediamo:
ma ci può davvero salvare?
Oltre alla guerra, abbiamo visto e vediamo degli uomini che trattano male le donne in nome del patriarcato; ci chiediamo: quando verrà riconosciuta la dignità di tutte le donne? Ci sarà qualcuno, come Gesù, che salvi anche la più svilita e la onori?
Pensiamo, inoltre, ai discepoli di Emmaus, a quella frase che dicono: “Noi speravamo che fosse lui!”
Quando l’esperienza di essere stati discepoli di quest’uomo – che ci ha conquistato, che ci ha fatto vivere momenti di slancio spirituale, magari quando eravamo giovani – si interrompe per la morte di una persona cara, o per una malattia, in altri casi per una grande delusione o per preoccupazioni serissime e ci viene da dire: “Noi avevamo sperato che fosse lui a salvarci… ma in realtà non ci può salvare”.
Pensiamo ancora, infine, a quelle persone a cui vogliamo bene, la cui vita non si sistema e a tutte quelle suppliche che sono state rivolte a Gesù proprio per queste situazioni, e che riecheggiano quelle del vangelo: sono tutte invocazioni in cui dobbiamo rinnovare la fiducia che questo Dio prima bambino e poi crocifisso ci può salvare.
Possiamo fare qualche piccolo esercizio di fiducia nei confronti degli altri.
Questa fiducia, come di ritorno, si confermerà anche in noi.
Voglio proporvi di prendere l’abitudine, per chi già non lo facesse, di andare a dormire insieme, nello stesso momento, con vostro marito o vostra moglie, con il vostro compagno o con la vostra compagna. È un piccolo gesto, spesso trascurato dopo anni insieme, capace di generare una nuova confidenza.
Voglio proporvi di prendere l’abitudine, se già non lo fate, di recitare una preghiera con i vostri bimbi e di dire loro quanto gli volete bene.
Voglio proporvi di esprimere un ringraziamento ai vostri collaboratori e di dar loro un riconoscimento.
Voglio proporvi di fare un gesto di fiducia per i vostri figli adolescenti e giovani, anche quando è difficile, e verbalizzarlo per allargare la fiducia dentro i loro cuori.
Voglio proporvi di accendere una candela per la pace.
Voglio proporvi di cenare una sera di queste con la tv spenta, a parlare fra di voi.
Voglio proporvi, infine, di guardare questa scena della Sacra Famiglia e di riconoscere che proprio in questa semplice umanità c’è un mistero potente che ci può salvare.
Don Davide
Assunta Pagani
25 Dicembre 2022Grazie Davide… X tutto, x la tua missione, x le parole profonde che scrivi…. Cercherò di metterle in pratica anche se…. Buon Natale (ti voglio bene..) Assunta